Tra le Parabole che la "compagna teologa" Adriana Zarri raccontava sul "manifesto", nellarubrica in cui s'impegnava a mostrarci che "un'altra religione è possibile", mi pare particolarmente attuale questa, che riguarda il papa emerito e benedetto e un personaggio mediatico molto discusso e discutibile, quel Magdi Allam, convertito al cattolicesimo, che si distinse per il sostegno alle guerre d'Occidente in Afghanistan e Iraq, con lo spauracchio di un islamismo tendenzialmente fondamentalista. Nel bilancio del papato anzitempo concluso bisognerà ricordare la ripresa della polemica interreligiosa, in nome dell'unica "verità" e "contro il relativismo", polemica che nei confronti dell'Islam ha talora assunto accenti da crociata e da guerra di civiltà.
La Chiesa guidata dal pastore tedesco, peraltro, non ha avuto alcun ritegno ad allearsi con l'Islam in battaglie di retroguardia, come quella contro il preservativo antiAIDS o, più in generale, contro il controllo delle nascite. (S.L.L.)
Del Papa non si può parlare male, specie in Italia, più lontano forse sì, ma in Italia no, è troppo vicino e potrebbe sentire. E certo sentirebbero i vari Ruini, Bagnasco e via dicendo che sono come le sue orecchie. Eppure, sfidando le sante orecchie fatali, ci permettiamo di esprimere alcune perplessità. Anzi, per farla breve, per il momento ci limitiamo a una sola. La conversione è un fatto personale e intimo, e mal si accorda con la pubblicità. E bene ha fatto "il manifesto", a pubblicare, a fianco della cronaca, un passo evangelico esortante al silenzio e alla riserva.
Perché invece tanto clamore accordato a Magdi Allam, battezzato in San Pietro dallo stesso Pontefice? Forse perché è una persona importante? Il battesimo non è lo stesso sacramento impartito al figliolo dell'ultima guardia papalina?
"il manifesto", 29 marzo 2008
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