Nelle sue celebri passeggiate Kant camminava lento, attento a non sudare, perché riteneva il sudore uno di quegli umori del corpo che è necessario risparmiare. Waslawski, che gli fu molto vicino, racconta che, “se notava la minima traccia di sudore sul suo corpo, anche in una notte molto calda, ne parlava come di un incidente increscioso”.
Altro umore da trattenere era per lui la saliva. Soleva dire:«Sputare è un vero spreco» e pare che respirasse possibilmente a labbra chiuse proprio per risparmiare quella saliva, che, se inghiottita, aveva per lui effetti purificanti e antisettici.
Pretendeva che si risparmiasse al massimo lo sperma, che se conservato – diceva – “fa bene alle corde vocali”. Soggiungeva: «La masturbazione è una pratica quasi suicida».
Fonte delle notizie
Giorgio Dell’Arti, Il filosofo che non s’innamorò, “La Stampa”, 29/10/2011
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