Achille Occhetto |
Pare che a Sel abbiano
fatto la festa ad Occhetto e forse avevano ragione di farla. E' stato
lui, allo scioglimento del Pci, a dare l'avvio alla moda pericolosa
di intitolare i partiti alla "sinistra". Bertinotti volle
fare la sinistra europea e quella arcobaleno. Vendola aggiunse
l'ecologia e la libertà. Ferrero tentò di fare una federazione di
sinistri. Quegli eredi del Pci che adesso Renzi mette sotto - senza
pietà - nel Partito democratico si chiamano tra loro "sinistra";
quelli che sono fuorusciti da poco e si sono uniti ai vendoliani
hanno scelto il nome di "sinistra italiana". Vedo poi che
non mancano siti e pagine fb che proclamano "facciamo sinistra".
La cosa è diventata
stucchevole e per me, vecchio comunista, quasi insopportabile. Quel
nome, "sinistra", viene dai parlamenti del primo Ottocento:
nella Francia della "monarchia borghese" degli anni 30,
presero posto alla sinistra del tavolo della presidenza i
parlamentari democratici, fautori del suffragio universale
(maschile), e così accadde poi in altri parlamenti. Dentro la
sinistra, poi, in molti parlamenti si definì una componente più
attenta alla questione sociale, i cui componenti sedevano nei posti
più marginali dei banchi della sinistra, che fu definita Estrema.
I primi parlamentari
socialisti sedevano a sinistra dell'Estrema sinistra, ma i loro
partiti si sentivano oltre gli schieramenti del parlamentarismo
borghese. I loro nomi facevano riferimento al progetto politico
(socialismo, democrazia socialista) o al soggetto sociale di
riferimento (il lavoro, i lavoratori). Alcuni sceglievano un nome
semplice (Partito socialista belga o Labour party), altri mettevano
tutto dentro il nome: così il Partito socialista dei lavoratori
italiani, primo nome tra noi del partito socialista, così il Partito
operaio socialista democratico russo (Posdr), che per complicarsi la
vita si divise in due, la frazione di maggioranza (bolscevichi) e
quella di minoranza (menscevichi). Più tardi, quando Lenin si
convinse che il passaggio al comunismo (la società senza classi e
senza stato) era da considerarsi un obiettivo all'ordine del giorno,
nacquero i partiti comunisti, ma qualcuno di essi - costruito
attraverso unificazioni - non disdegnava i riferimenti sociali: così
il Partito operaio unificato polacco (Poup).
Occhetto capì che il
nome di "partito comunista" non reggeva più, vista la
sconfitta del comunismo novecentesco, ma invece di fare un passo
indietro per farne, domani, due avanti, fece due passi indietro e
ritornò alla "sinistra", ai partiti puramente parlamentari
di orientamento democratico, senza riferimenti ai lavoratori e alla
trasformazione dell'assetto proprietario della società. Occhetto
volle con questo nome - e con la scelta come simbolo della quercia della Rivoluzione francese - collocare la sua sinistra "prima del socialismo",
tutta dentro la civiltà borghese e la sua democrazia, con una
caratterizzazione interclassista.
So che non è soprattutto questione di nomi, so che nel mondo ci sono partiti socialisti o partiti del lavoro che è meglio perderli che trovarli. Ma in Italia, anche in ragione di questa storia recente, il nome conta.
Forse un partito comunista, come continuità del Pci, poteva conservare una forza di attrazione, ma dopo i fasti di Cossutta e Bertinotti, Diliberto e Ferrero, quel nome è inutilizzabile. Ma "sinistra" è ancora peggio, segnala una separazione dai lavoratori e dall'idea di uguaglianza, un arretramento se non un tradimento. Non è la sinistra, più o meno italiana, che bisogna fare. Che cosa allora? Io ho un chiodo fisso. A Genova, a Genova bisogna tornare, per rifare il partito del lavoro (contro i partiti del capitale) e del socialismo! Un partito di classe, con un'idea di società egualitaria, anche nel nome: di sicuro il nome non basterebbe, ma forse comincerebbe a scaldare i cuori dei proletari e degli sfruttati.
(stato fb 15 marzo 2016)
So che non è soprattutto questione di nomi, so che nel mondo ci sono partiti socialisti o partiti del lavoro che è meglio perderli che trovarli. Ma in Italia, anche in ragione di questa storia recente, il nome conta.
Forse un partito comunista, come continuità del Pci, poteva conservare una forza di attrazione, ma dopo i fasti di Cossutta e Bertinotti, Diliberto e Ferrero, quel nome è inutilizzabile. Ma "sinistra" è ancora peggio, segnala una separazione dai lavoratori e dall'idea di uguaglianza, un arretramento se non un tradimento. Non è la sinistra, più o meno italiana, che bisogna fare. Che cosa allora? Io ho un chiodo fisso. A Genova, a Genova bisogna tornare, per rifare il partito del lavoro (contro i partiti del capitale) e del socialismo! Un partito di classe, con un'idea di società egualitaria, anche nel nome: di sicuro il nome non basterebbe, ma forse comincerebbe a scaldare i cuori dei proletari e degli sfruttati.
(stato fb 15 marzo 2016)
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