In occasione della morte
di Umberto Eco, “il manifesto” ha ripubblicato un suo vecchio
corsivo estivo, di quelli che comparivano sul “quotidiano
comunista” con la firma di Dedalus. Vi si racconta racconta un
fatto di cronaca quasi banale: un colpo partito per sbaglio a un
poliziotto per festeggiare un gol di Gigi Riva. Ha dalla sua parte
buone ragioni il commentatore redazionale quando azzarda che “in
queste poche righe c'è tutta l'Italia di quegli anni (e di adesso)”
(S.L.L.)
Giugno 1971. Italia-Messico 2-0. La rete di Gigi Riva |
La notizia in questione è
sui giornali di giovedì scorso. Andrebbe appesa in albi murari
invitando la popolazione dei quartieri a un concorso a premi, per
vedere chi riesce a interpretarla in modo ragionevole (cioè chi
riesca a interpretarla salvando da un lato l’esistenza dei fatti e
dall’altro la razionalità del sistema). Badate, il gioco
controinformativo non consiste nel dire, che so, «dopo la
rivoluzione sarà diverso», oppure «in Cina non si fa così». No,
no. Assumiamo per buona la logica vigente, siamo in una democrazia
parlamentare, la notizia va giudicata nella logica della democrazia
parlamentare.
Dunque, il 14 giugno
dello scorso anno Oronzo Quaranta, da Ostuni, Brindisi, si esalta
perché Riva, nella Italia-Messico, fa un bel goal. Folle di gioia,
cava la pistola e spara un colpo per esprimere la sua felicità.
Oronzo non solo è tifoso e sconsiderato, ma è anche un pessimo
tiratore, perché ammazza la signora Giuseppina Murru.
Oronzo va naturalmente
sotto processo. Omicidio colposo, d’accordo (è sicuro che il
poveretto non aveva intenzioni omicide); però un cittadino che per
tifo calcistico perde il controllo a tal punto dovrebbe come minimo
essere internato in un manicomio criminale, sia pure con la
consulenza del professor Basaglia.
Morale, quattro mesi con
la condizionale. Pochino, direte voi, anche per un omicidio colposo.
Si richiede la pena di morte per un individuo, senza dubbio malato,
che uccide una ragazzina, e Oronzo non è senza dubbio un malato? E
se è colposo il gesto di Oronzo, giustificato dall’entusiasmo
calcistico, non è altrettanto colposa la sassata di uno studente
che, per entusiasmo politico, reagisce a un bel tiro di lacrimogeno?
Ma la storia non è finita qui. Perché Oronzo è un agente di
pubblica sicurezza, e quando ha sparato il suo mortaretto (ci si
perdoni il ferale gioco di parole) era di servizio (sentite sentite)
a un posto di blocco presso Nuoro.
A questo punto interviene
il tribunale militare per dire: no, Oronzo me lo giudico io. Voi
dite: il tribunale militare giudica inconcepibile che un cittadino in
armi, a cui lo Stato ha concesso l’uso della pistola per difendere
la collettività, dia prova di tale irresponsabilità. Infatti si
condanna a cinque e più anni di galera uno che non vuol fare il
servizio militare perché gli ripugna sparare: giusto e sacrosanto,
sparare è un dovere di tutti i cittadini, ma allora quando un
cittadino tradisce questo dovere sparando fuori luogo, è
l’ergastolo.
Nossignore. Il tribunale
militare vuole processare a modo suo Oronzo per violazione di
consegna e spreco di proiettili.
Il tribunale civile per
questi due reati gli ha dato trenta giorni di reclusione; invece in
circostanze analoghe i tribunali militari hanno comminato ben tre
mesi di reclusione, due per violata consegna e uno per spreco di
pallottola. Così Oronzo sarà processato a settembre non per
l’omicidio, già sistemato con la condizionale, ma per violazione e
spreco, e si prenderà, male che vada, tre mesi.
Il concorso a premi
concerne alcuni casi possibili. E se Oronzo invece di una signora
avesse ucciso per sbaglio un bracciante in sciopero? Ci sarebbe stato
lo spreco di pallottola, visto che prima o poi su quel bracciante
avrebbe dovuto sparare? E quando degli agenti, presi dal panico,
perdono il controllo e sparano su un gruppo di anarchici e colpiscono
un passante nelle natiche (vedi l’infausto giorno di Saltarelli),
si ha spreco di pallottola e violata consegna? Oppure l’entusiasmo
per Riva non giustifica il salto dei nervi, mentre l’odio per gli
studenti extraparlamentari sì? Oppure la consegna non è violata
perché è stato dato ordine di sparare? Quante pallottole sono state
«sprecate» ad Avola?
Come vedete è una serie
di piccole questioni che si possono porre con una certa legittimità.
Perché qui, intendiamoci, siamo nella logica del legittimo. Io
voglio sapere cosa accadrà al prossimo obiettore di coscienza che
rifiuti di fare il soldato perché è tifoso del Cagliari e non sa
cosa potrebbe succedergli durante il prossimo campionato. Così come
si presentano le cose, il consiglio potrebbe essere: «fai il
soldato, o l’agente: male che ti vada prendi quattro mesi con la
condizionale e quanto ai tre della violata consegna e lo spreco di
materiale dello Stato, vedessi mai che la partita coincide con una
occupazione di case popolari, e ne esci pulito?». (Dedalus, 25
luglio 1971)
“il
manifesto”, 21 febbraio 2016
Nessun commento:
Posta un commento