È una gola di verzura dove un fiume
canta
impigliando follemente alle erbe
stracci
d'argento: dove il sole, dalla fiera
montagna
risplende : è una piccola valle che
spumeggia di raggi.
Un giovane soldato, bocca aperta, testa
nuda,
e la nuca bagnata nel fresco crescione
azzurro,
dorme; è disteso nell'erba, sotto la
nuvola,
pallido nel suo verde letto dove piove
la luce.
I piedi tra i gladioli, dorme.
Sorridente
come sorriderebbe un bimbo malato, fa
un sonno.
O Natura, cullalo tiepidamente: ha
freddo.
I profumi non fanno più fremere la sua
narice;
dorme nel sole, la mano sul suo petto
tranquillo. Ha due rosse ferite sul
fianco destro.
Ottobre 1870
In Come potevamo cantare. Poeti
contro la guerra, Supplemento ad
“Avvenimenti”, 20 febbraio 1971 a cura di Domenico Adriano e
Doriana Racanella - trad. di Dario Bellezza
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