Ho visto mani
nere..
Sono negro e ho visto
mani nere, milioni e milioni di esse . . .
Erano stanche e deformi e
incallite e incrostate di sporcizia e coperte di pellacce indurite.
E venivano prese entro le
cinghie vertiginose delle macchine e schiantate e schiacciate e
maciullate,
e correvano agili su e
giù per le macchine pulsanti ammassando mucchi d'oro sempre più
alti nelle banche dei padroni,
e accumulavano sempre più
alte cataste d'acciaio, ferro, legname, frumento, segala, avena,
grano, cotone, lana, petrolio, carbone, carne, frutta, vetro e pietra
finché ve ne fu più del bisogno, e afferrarono fucili e se li
misero in spalla e marciarono e brancolarono in trincee e
combatterono e uccisero e vinsero nazioni che comperarono le merci
fabbricate da mani nere.
E ancora mani nere
accatastarono merci in cumuli sempre più alti finché ve ne fu più
del bisogno,
e allora le mani nere
strinsero tremando davanti la porta della fabbrica il temuto foglio
di licenziamento,
e le mani nere rimasero
inerti e dondolarono vuote e si fecero molli e divennero fiacche e
ossute in conseguenza della disoccupazione e della fame.
E si fecero nervose e
sudaticce, e si aprirono e chiusero nell'angoscia e nel dubbio e
nell'esitazione e nell'irresolutezza...
*
Sono negro, e ho visto
mani nere, milioni e milioni di esse ...
tendersi trepide da
giorni di lenta morte verso le merci che avevano fabbricate, ma i
padroni ammonirono che le merci erano private e non appartenevano a
loro,
e le mani nere presero a
picchiare disperatamente a difesa della loro vita e scorse il sangue,
ma i padroni inferociti decretarono che anche questo era ingiusto,
e le mani nere toccarono
le gelide sbarre d'acciaio della prigione, le sbarre che avevano
fabbricato, disperate saggiarono la loro forza e trovarono che non
potevano piegarle né romperle, e le mani nere combatterono e misero
fuori gli artigli e cessarono dal lavoro, ma mille mani bianche le
presero e le legarono, e le mani nere sollevarono le palme in muta e
futile invocazione verso le facce umide della plebaglia invasata
d'orge sadiche,
e le mani nere si
protesero e adunghiarono e si sforzarono invano di sciogliere il
laccio che si stringeva intorno alla gola nera, e le mani nere
ondeggiarono e batterono orrendamente le alte fiamme che arrostivano
e riducevano in carbone nero la carne nera .
*
Sono negro e ho visto
mani nere
levate a pugno in segno
di rivolta, accanto ai pugni bianchi dei lavoratori bianchi,
e un giorno — e solo
questo m'incoraggia a vivere — un giorno ve ne saranno milioni e
milioni,
un giorno scarlatto in
uno scoppio di pugna serrate davanti a un orizzonte nuovo!
Richard Wright, da
Nuovissima poesia americana e poesia negra (1949-1953), a
cura di Attilio Bertolucci, trad. di C. Izzo, Guanda, 1953.
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