Nello stesso giorno, il 4 marzo, “La Stampa” e “Agricoltura italiana on line”, la rivista telematica del ministero delle risorse agricole, intervistano Vandana Shiva, esponente tra i più significativi dei “no global” indiani, attivista e propagandista della lotta per l’agricoltura "pulita" e contro gli Ogm. Il giornale della Fiat peraltro riequilibra la pagina, pubblicando l’intervento di Gabriele Milanesi, dell’Università di Milano, nettamente favorevole agli Ogm, mentre il sito del ministero dà all’intervista di Natalie Nicora il massimo dell’evidenza. Il tema, identico, delle due interviste è quello della decisione europea relativa alla patata Amflora, del suo significato, delle sue conseguenze. Proverò qui a concentrarle e sintetizzarle, aggiungendo come poscritto una osservazione a Zaia.
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Ogm e fame nel mondo
“Il mito che gli Ogm siano la panacea sia per la fame e sia per i cambiamenti climatici è di fatto un mito pericoloso. Gli Ogm non aumentano la resa agricola, sono più vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico e lavorano contro gli interessi dell'umanità. Contrariamente a quanto sostiene la Monsanto che il loro cotone Bt produrrebbe 1500 kg per ettaro, la nostra ricerca mostra che la resa media è stata di 400 kg per ettaro, che è meno di un terzo di ciò che sostengono. Il sistema industriale e agricolo per il cibo è responsabile di almeno il 25-30% delle emissioni totali di gas a effetto serra e, allo stesso tempo, è estremamente vulnerabile ai cambiamenti climatici. Dall’altro lato abbiamo un’agricoltura biologica ed ecologica che è in grado di mitigare e adattarsi al cambiamento climatico, è più resistente e quindi più in grado di garantire la sicurezza alimentare al pianeta”.
Le tre decisioni della Commissione europea sui mais e sulla patata gm
“È una brutta notizia. È la vittoria dell’Europa dei burocrati e delle lobbies sull’Europa dei popoli. L’Europa era la grande speranza di chi difende la biodiversità. Per 12 anni aveva resistito a pressioni di ogni sorta. Il sì alla patata Amflora è una resa. Un anno fa la Commissione europea ha cercato di costringere i Paesi a rimuovere i divieti in materia di Ogm. Ho viaggiato a Lussemburgo, Spagna e Germania per lavorare con i movimenti free-Ogm, e, per fortuna, la maggior parte dei Paesi ha votato per il mantenimento del divieto. Meno di un anno fa prima la Francia e poi la Germania hanno bandito le coltivazioni di mais Ogm. E hanno deciso forti di recenti ricerche secondo cui gli Ogm sono nocivi per l’ambiente. Fanno bene il ministro italiano e i governi di altri paesi ad opporsi, ricorrendo alla clausola di salvaguardia”.
L’esperienza indiana
“In India otto Stati hanno adottato una moratoria per vietare la melanzana transgenica. L’Ogm non è sicuro. L’unica coltura Gm introdotta in India, finora, è il cotone Bt. Si è diffusa attraverso una pubblicità fraudolenta. Si è diffusa distruggendo le alternative. Di 200.000 suicidi degli agricoltori in India negli ultimi dieci anni, la maggior parte sono concentrati nei settori del cotone Bt. Gli agricoltori infatti si indebitano per comprare i semi dalle Multinazionali e, non riuscendo ad estinguerli, ricorrono al suicidio. Nel mio Paese gli agricoltori che sono passati alle coltivazioni geneticamente modificate sono andati in rovina. E sa perché? A tanti contadini è stato fatto credere che si sarebbero arricchiti comprando i nuovi semi, che avrebbero incrementato le produzioni. Chi si è lasciato convincere ha scoperto che bisognava acquistare le sementi tutti gli anni - non si riproducono, hanno un gene “suicida”, ed è la dimostrazione che sono contro natura - a un prezzo triplo rispetto ai semi tradizionali. Così si sono indebitati fino al collo.
Parassiti in aumento
“La diffusione degli Ogm significa la scomparsa della biodiversità. L’India aveva 1.500 varietà di cotone. Ora c'è Bt, Bt, Bt. Il nostro studio mostra che i terreni sui quali il cotone Bt è cresciuto hanno perso microrganismi vitali. Ciò è stato anche confermato da una ricerca condotta da scienziati del Consiglio indiano per la ricerca agricola. Quindi il cotone Bt significa anche la morte del suolo. I parassiti sono aumentati e c'è una aumento in volume dell’uso di pesticidi di tredici volte. Per questo motivo Navdanya ha avviato l'iniziativa "semi di speranza”. Abbiamo creato banche del seme, stiamo aiutando gli agricoltori a coltivare biologico e li stiamo aiutando a trovare mercati per il loro cotone biologico. Gli agricoltori biologici guadagnano 10 volte di più degli agricoltori Ogm”.
Cosa può succedere in Europa
"Forse non in modo così dirompente, ma gli Ogm saranno la rovina dei piccoli produttori: i costi, per loro, diventeranno insostenibili. L’introduzione degli Ogm sarà un genocidio per i piccoli coltivatori. La biodiversità, che è lo strumento per battere la fame, sarà spazzata via. Tutto il mondo rischia di essere soggetto a una dittatura dei semi”.
I pericoli per un mondo che usa semi Ogm.
"Il primo è un monopolio di approvvigionamento di sementi, il primo anello della catena alimentare. Vedo gli agricoltori sempre più indebitati a causa dei costi elevati delle sementi visto che sono brevettate. Vedo la scomparsa della biodiversità. Vedo contaminazione genetica distruggere i nostri agricoltori biologici. Vedo la diffusione di semi tossici e sostanze chimiche tossiche. Vedo la corruzione della scienza che presenta false dichiarazioni di sicurezza. Vedo la fine della democrazia, se gli Ogm sono autorizzati a diffondersi. I semi Ogm sono i semi della distruzione. Abbiamo bisogno di rimanere Ogm-free per la nostra sovranità sulle sementi, per la nostra sovranità alimentare, per la democrazia alimentare".
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P.S. Zaia non si è limitato ad autorizzare la pubblicazione l’intervista di Vandana Shiva, ma propone un referendum europeo sugli Ogm, preannuncia la clausola di salvaguardia sulla patata, dichiara “totale contrarietà” anche alla sentenza del Consiglio di Stato che dà ragione a un coltivatore di mais transgenico. Ho un sospetto. Che queste posizioni ecologiste e antiglobaliste abbiano un qualche nesso con il voto imminente dei coltivatori veneti. Vorrei vederlo altrettanto coerente con il principio di precauzione anche sulla questione nucleare. Non tanto per dire “non qui”, perché a far quello son buoni tutti e sul tema decide il governo, in segreto; ma per dire “né qui né altrove”. Dubito che accadrà.
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