L’articolo che segue, di Pino Di Blasio, è tratto da “la Repubblica” del 10 marzo 2005. A me, al tempo, era sfuggito. L’ho ritrovato nella rete e postato qui nella speranza di una ripresa delle ricerche.
Il segreto di Frate Formicola
Una costola di Palmiro Togliatti nascosta da mezzo secolo in un convento francescano a Perugia. Un osso del «Migliore», del compagno Ercoli, del segretario del Partito comunista più grande d'Occidente per 36 anni, tra cui quelli più duri della Guerra Fredda, del braccio destro di Stalin nella Terza Internazionale, custodito nello stesso luogo dove si venerano reliquie come la tonaca e il bastone di San Bernardino da Siena o la costola del Beato Egidio.
Se fosse stata architettata come una beffa, questa storia sarebbe il capitolo centrale di un Decamerone del XX secolo. Ma il protagonista principale, il professor Luigi Tonelli, non ha certo la perfidia di un Buffalmacco o di un fra' Cipolla. Tonelli è un chirurgo di chiara fama, quando ha compiuto i 90 anni la città di Firenze lo ha omaggiato con una cerimonia a Palazzo Vecchio. Proprio dopo quella festa ha rivelato il suo grande segreto, lo ha raccontato prima ai familiari e poi ad altri, quasi pentendosi di averlo fatto. Ma facendo rimbalzare la storia da Firenze a Perugia. Meglio partire dall' inizio, dal 14 luglio del 1948, giorno dell' attentato a Palmiro Togliatti, con i tre colpi di pistola sparati contro il segretario del Pci da Antonio Pallante. «Ero un giovane medico allora - racconta il professor Tonelli - e, assieme al mio amico Francesco Baisi, facevo parte dell' équipe del professor Pietro Valdoni al policlinico Umberto I a Roma. Fu lui ad estrarre i tre proiettili dal corpo di Togliatti. Per farlo dovette resecare una costola. Fu un intervento perfetto, durò poche ore, evitò la guerra civile in Italia». Accanto c' era anche il professor Mario Spallone, medico personale del segretario Pci.
Normalmente i frammenti di ossa dopo le operazioni venivano buttati o distrutti. «Ma io e il mio amico Francesco - continua Tonelli - decidemmo che quella costola meritava di essere conservata. Alla fine la tenni io, la custodii in un cassetto a Roma per sei anni. Fino al 1954, quando ottenni il primo incarico da docente universitario. Alla clinica di patologia chirurgica al policlinico Monteluce di Perugia. Portai via tutte le mie cose. Rovistando nei cassetti ritrovai la costola di Togliatti. Non sapevo cosa farne, ma non volevo buttarla via, per una forma di rispetto. Così la portai con me». Il tempo di ambientarsi, di muovere i primi passi di una fulgida carriera come chirurgo ed ecco il passaggio di consegne. «A Monteluce prestava assistenza un giovane frate francescano. Simpatico, gioviale, con cui scherzavano tutti i medici. Io lo chiamavo padre Formicola, il nome di un frate di una filastrocca da bambini, non ricordo come si chiamasse davvero. Un giorno lo presi da parte e gli chiesi di custodire quella costola, di nasconderla in qualche posto ma di non dirmi mai dove. Aggiunsi che apparteneva ad un uomo pio, ancora vivo, molto importante e che sarebbe stato bello metterla insieme alle reliquie dei santi affinché i devoti pregassero per la sua anima. Dopo qualche giorno padre Formicola tornò e mi disse che aveva sistemato tutto». Nel 1961 il professor Luigi Tonelli andò via da Perugia, nel 1964 Togliatti morì a Yalta e questa storia restò sepolta nella mente del medico e del francescano. «Non ho mai saputo che fine abbiano fatto la costola e quel frate - conclude il professor Tonelli -. Non l' ho fatto per il gusto della beffa, né perché sono comunista. Semplicemente perché non mi andava di buttare via quell' osso». Per scoprire chi fosse padre Formicola la strada obbligata è salire verso lo splendido convento di Monteripido, a Perugia. Tocca ai frati minori di quel convento, da secoli, l' assistenza ai malati del policlinico di Monteluce. Basta parlare con uno dei padri per avere conferma che a Monteripido si conservano reliquie importanti, con tanto di bolle episcopali e panni rossi, ed altre ossa di più incerta natura. Padre Francesco Treccia, un giovialissimo frate autore di una dettagliata storia sulla chiesa e l' ospedale di Monteluce, restringe ancora il cerchio dell' indagine. «Molti frati sono morti, ne sono passati tanti tra quelle corsie. Chi c' era tra gli anni 50 e 60? Basta consultare la lista. Un frate giovane, simpatico, scherzoso? Poteva essere padre Luigi Brugalossi, vicecappellano dal ' 50 al ' 61 e cappellano fino al ' 68. Era alto, capelli rossicci, conosceva tutti all' ospedale. Andava anche nelle case dei medici ad allestire i presepi. Dov' è ora? E' morto l' 11 dicembre del ' 98». L' identikit di padre Treccia corrisponde a quello del professor Tonelli, sicuramente era lui il padre Formicola della nostra storia. L' unico posto dove avrebbe potuto custodire quella costola di Togliatti era il suo convento a Monteripido. Ma il luogo esatto e la certezza di quello che è accaduto sono finiti nella tomba con lui.
Vedi anche "Togliatti a Perugia 1"
http://salvatoreloleggio.blogspot.com/2010/03/togliatti-perugia-1-dopo-la-rivolta-in.html
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