Mai più
Mai più camere per noi
né baci a perdifiato
e mai più appuntamenti
né stagioni di un’ora sola
dove riposare alle tue ginocchia.
-
Perché il tempo dei ricordi
deve causarmi tanta pena
e perché il tempo della gioia
m’impone catene così pesanti
che io non le posso sostenere?
-
Riviera, oh, riviera dove amavo
abbordare il blu della tua ombra,
rive di novembre o di maggio
ove l’amore faceva da penombra
non vi vedrò mai più.
-
Mai più. E’ detto. E’ finito.
Mai passi uniti, mai numero,
mai tetto segreto, mai nido,
mai labbra dove fiorisce e sprofonda
l’istante che l’amore ha benedetto.
-
Che cos’è questa notte in pieno giorno?
che cosa nel brusìo questo silenzio?
Il mio giorno è andato via per sempre,
la mia voce non incanta che l’assenza.
Non mi dirai buongiorno.
-
Tu non dirai, vedendomi,
che io do luce alla differenza,
tu non dirai, credendolo,
che io sono la tua buona credenza
e che il mio cuore è chiaroveggente.
-
Il mio tempo non fu che una stagione.
Addio stagione passata in fretta.
Il mio languore e il mio delirio
tra le mie mani sono bene accolti
come l’amore in casa sua.
-
Addio piaceri di quei mattini
quando l’ora legata alle ore
veglia su un fuoco che non si spegne mai.
Addio. Non mi ha stancato
quello che non ho attinto.
Da L'Alphabet des aveux
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