4.10.11

110 euro. Il processo Meredith e le gazzarre perugine.

E’ vero. Agli occhi dei profani il verdetto del processo perugino alla Metz e a Sollecito presenta qualche stranezza. Questi giudici li assolvono, ma altri hanno condannato il nero Guedè per avere ammazzato la ragazza inglese insieme a loro. Non conosco codici e codicilli, ma qualcosa mi pare che non funzioni. Non credo però che nascesse da questo fatto o da questo ordine di considerazioni la manifestazione di protesta che intorno al Tribunale di Perugia si è svolta ieri ad opera di scalmanati colpevolisti dopo la sentenza. In verità fin dai tempi dell’antica Grecia e più ancora da quelli dell’Impero Romano i tribunali sono anche spettacolo di massa e arena di combattimento. Nei processi per omicidio, specie se indiziari, imputati, avvocati e giudici si esibiscono, le parti si combattono anche a colpi bassi, il pubblico fa il tifo dividendosi in colpevolisti e innocentisti. Più di una volta nella tarda antichità dopo processi intriganti finì a mazzate e ci scappò un nuovo morto.
Col clamore mediatico antico e recente era inevitabile che a Perugia la sentenza destasse clamore. Forse i partecipanti sarebbero stati meno numerosi, ma la manifestazione di ieri ci sarebbe stata anche in caso di condanna. Io, per mia fortuna, da qualche giorno non ero in città, ma a un amico caro che come me risiede nel centro storico è capitata una sgradevole disavventura. Per il perdurare fino a tarda ora del casino non è potuto giungere a casa in automobile (operazione per la quale ha tutti i permessi previsti) e ha dovuto lasciare l’automobile ai margini della ressa in divieto di sosta con un biglietto di spiegazioni. Stamani alle 7 non c’era più. Con l’autogru l’avevano presa e poi l’avevano portata al parcheggio Sipa. Oltre al danno lo scorno. Non è bastato il fastidio di andare a riprendere la macchina, ma ha dovuto spendere ben 110 euro: 39 di multa e 71 di trasporto e parcheggio.

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