Da un ritaglio de "L'Europeo" senza data (ma di certo siamo negli anni Ottanta del Novecento) recupero questo scherzetto gastronomico collocato nella rubrica Peccati di stagione. Vi apprendiamo - tra l'altro - che la bella attrice che, a sentire i pettegoli, aveva affascinato Gronchi, non disdegnava neanche i gronghi. (S.L.L.)
E' così mostruoso da prestare il suo nome a persone di brutto aspetto: lo scorfano si distingue, infatti, nelle pescherie aperte d'estate (dove resterà fino a settembre e anche ottobre) per il suo colore rosso, le squame che ne ricoprono la testa, gli aculei che caratterizzano il suo muso terribile. Ma la sua carne, si sa, è ottima per le zuppe.
Lungo la costa istriana questo pesce è protagonista di un brodetto tradizionale alquanto diverso rispetto alle varianti di questo piatto preparate sull'Adriatico italiano.
Eccone la ricetta data dall'attrice croata Sylva Koscina e pubblicata in un libro, La cucina yugoslava (Novara, 1981), scritto durante le pause tra un impegno cinematografico e l'altro. Pulito lo scorfano, lo si taglia e si sistema in un grosso recipiente assieme a pezzi d'altri pesci (gronghi e murene, per esempio). Si aggiungono poi cipolle rosse affettate, pomodori tagliati a pezzi, prezzemolo e aglio tritati, olio, vino bianco secco e un po' d'acqua. Salato e pepato il tutto, si porta a completa cottura su fuoco lento.
Mentre nei mesi autunnali e invernali si è soliti servire il brodetto jugoslavo su uno strato di morbida polenta, d'estate sarà bene accompagnarlo con larghe fette di pane abbrustolito.
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