Alberto Piccinini, da non confondersi con l’omonimo ritaglista del “manifesto, è avvocato e scrittore a Bologna. E’ tra l’altro autore dei Racconti bonzai stampati qualche anno fa da Pendragon, di cui ci sono in rete alcuni esemplari, incluso quello qui ritrascritto. (S.L.L.)
Largo alle giovani. Non ci hanno pensato su due volte prima di decidere che ormai potevano fare a meno di me. Tanti anni passati a lavorare nei turni, senza orari e senza mai fiatare non contano niente: sono vecchia, non servo più e posso essere messa da parte.
Solo tu, forse, mi capisci. Sento la tua presenza amica, il tuo alito caldo, l’armonia dei tuoi gesti. Viaggiamo insieme, come sempre, ma sapendo entrambi, questa volta, che sarà un viaggio di morte. Conosco il nome di chi mi sostituirà e so che presto ti abituerai a lei, e mi dimenticherai. Non devi neanche fingere che non sia così. Ne ho fatta, di strada, nella vita, e ho capito bene come vanno le cose: tutti utili, nessuno indispensabile, e ci si consola facilmente anche dopo i distacchi più dolorosi.
Ma del resto a loro cosa importa?
Salgono, obliterano, omettono di obliterare guardinghi, siedono, lasciano sedere, tastano sederi, guardano, slumano, pensano, leggono, ascoltano, sudano, borseggiano, e scendono a vivere la loro vita. La mia vita, però, è qui, è tutta qui.
Le tue mani su di me, per l’ultima volta. Tu sei diverso, non sei indifferente... Ecco, stiamo per arrivare al capolinea. Le tue mani mi stringono più forte del solito: ancora una curva e poi mi lasceranno per sempre.
Addio, se mai un dio ci fosse anche per noi. Da domani al posto mio, vecchia carcassa, una mercedes-Benz 0 405 n2/s43c ultima genera-zione, aria condizionata, 45 posti in piedi e 39 a sedere. Oltre al tuo, naturalmente.
NOTA DELLA DIREZIONE. Ci preme rassicurare l’utenza sulle sorti di Betty: oggi presta servizio sotto il sole dell’ Havana e se la passa molto meglio di voi.
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