6.3.12

Dumas. La nonna negra e il generale mulatto. (S.L.L.)

Alexandre Dumas padre in un ritratto giovanile
Un paio di anni fa, in Francia, scoppiò una polemica a proposito di un film storico, L’autre Dumas, in cui la parte del protagonista, quella di Alexandre Dumas padre, venne assegnata a Gérard Depardieu. La cosa venne contestata da antirazzisti singoli e da associazioni. La protesta non riguardava Depardieu, cui tutti riconoscevano le doti di un buon attore, ma l’averlo scelto contribuiva ad occultare le ascendenze nere di Dumas presenti nella sua stessa fisionomia e carnagione, ma forse non evidenti nelle foto, tutte scattate in tarda età.  Chi protestava contro il film sottolineava come non mancassero tra gli attori di Francia sanguemisti di qualità, in grado di esprimere anche la porzione di negritude che lo scrittore portava nel suo fisico.
In Francia, sebbene non molto valorizzata, è nota la storia del padre mulatto dell’autore dei Tre Moschettieri, mentre in Italia è quasi ignorata. Per contribuire, nel mio piccolissimo, a sanare quest’ignoranza ho raccolto in vari siti alcuni fatterelli da mettere a disposizione. 
Il nonno paterno di Alexandre Dumas, marchese di schiatta normanna, nel tardo ‘700 si stabilì ad Haiti, che allora si chiamava Saint-Domingue ed era colonia francese. Il suo nome era Alexandre Antoine Davy de la Pailleterie. Nell’isola la popolazione originaria era stata gradualmente sterminata e vi erano state deportati a migliaia gli schiavi africani per una economia di piantagione. Il nonno di Dumas non commerciava direttamente in carne umana, ma lo faceva un suo fratello mercante di schiavi. Alexandre Antoine trattenne a lungo con sé una bella nera di nome Marie Césette: era chiamata la femme du mas, la donna della masseria, e provvedeva – oltre che ai piaceri del padrone – alle necessità della casa. Nacquero diversi figli, al primo del quale viene chiamato Thomas Alexandre. A un certo punto il marchese decise di rientrare in Francia (“en métropole”, come i francesi dicono tuttora) e vendette i figli della colpa come schiavi (pare che Marie Césette fosse morta), riservandosi il diritto di riscatto soltanto per il primogenito, Thomas Alexandre.
Lo ricomprò effettivamente, qualche anno dopo, gli attribuì cognome e titolo e lo fece studiare. Ma il tardivo matrimonio con la propria cameriera, del marchese che non aveva voluto sposare la femme du mas indignò il giovanotto, che lasciò la casa paterna per arruolarsi nell’esercitò, ove si faceva chiamare col soprannome della madre Dumas. Sono gli anni delle prime campagne napoleoniche e Thomas Alexandre fa rapidamente carriera: a trent’anni è già generale, il primo in Francia di origine afro-caraibica. E intanto si sposa, Con Marie Labouret, figlia di un albergatore. In Egitto il generale mulatto osa litigare con Napoleone, esponendogli il suo dissenso sulla campagna in Africa; Napoleone lo degrada e lo caccia. Con lo scienziato Dolomieu (a lui si deve il nome delle Dolomiti delle cui rocce studiò la composizione chimica) Davy-Dumas fa naufragio a Brindisi, ove è imprigionato dal Borbone, che tenta di usarlo come merce di scambio in una trattativa con la Francia. Dumas è liberato dopo quasi due anni. La sua morte – alcuni mesi dopo il rientro in Francia – viene da molti (incluso il celebre figlio) attribuita ai veleni che a Brindisi gli venivano somministrati con il vitto.
In Francia, al suo ritorno e prima della morte improvvisa, aveva tentato di essere reintegrato nell’esercito napoleonico, ma senza esito: era il tempo delle ribellioni antischiaviste e anticolonialiste ad Haiti e il regime napoleonico aveva effettuato una svolta razzistica. L’aneddotica tramanda un colloquio tra il generale Dumas e Napoleone il quale gli dice di aver trovato un incarico per lui: reprimere la rivolta degli schiavi neri. L’offensiva proposta fu rifiutata.
E morì poco dopo, forse di un cancro allo stomaco, forse perché durante la prigionia era stato avvelenato, o forse semplicemente di dolore. Alexandre Dumas, il futuro scrittore figlio suo e di Marie Labouret, aveva solo tre anni e mezzo. Nonostante le ripetute suppliche della vedova, non le fu mai assegnata una pensione. Il valoroso generale Thomas Alexandre Dumas non era stato neppure insignito della Legion d’Onore.

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