Per gli scacchi, nei ricordi di Contini c'è una scena agghiacciante: "Raffaele Mattioli con un suo cugino percorreva l'Italia in treno e, uno di fronte all’altro, giocavano, senza scacchiera! Si dicevano: g4-h5 poi, dopo un quarto d'ora l'altro rispondeva: b1-c3. In questo modo passavano delle ore... Una cosa che colpì la mia ammirazione, ma non li potrei seguire".
Da Diligenza e voluttà. Ludovica Ripa di Meana interroga Gianfranco Contini Mondadori 1989
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