Dai diari che Pietro Nenni compilava ogni sera (o quasi), cercando di cogliere con brevità giornalistica il sugo della sua giornata politica, riprendo qui alcuni frammenti del 1948, scritti dopo la sconfitta elettorale del diciotto aprile e dopo l’attentato a Palmiro Togliatti, nel luglio. (S.L.L.)
Dopo le elezioni
Gussago, 19 aprile 1948
I primi risultati elettorali che conosco nel pomeriggio sono naturalmente quelli di un villaggio della vandea bresciana. Sono inquietanti non perché danno la maggioranza ai "semicristiani", come li chiama il buon Venturelli, ma perché segnano un netto regresso nelle posizioni del Fronte e una percentuale altissima di votanti, che qui raggiunge il 96-98 per cento. Se tanto mi dà tanto siamo battuti...
20 aprile 1948
Nessun dubbio, siamo battuti. Le notizie di Brescia non sono buone, quelle di Bergamo sono pessime. Anche i centri operai di Val Gardone, che sono da mezzo secolo all' avanguardia, hanno votato male; le donne sotto l'influenza dei preti; gli uomini terrorizzati dalla prospettiva di restare senza lavoro se l'America sospende gli aiuti. Ghitti mi dice che nel suo paese, Passirano, il Fronte ha meno voti dei nostri soli iscritti...
30 aprile 1948
...Le elezioni del 18 aprile sono state l'ultima occasione per tentare nel '48 ciò che avremmo dovuto tentare nel '45 e cioè la scalata al potere. Non siamo riusciti, ma bisognava tentare. Sono invece inquieto davanti ai problemi di domani. Sacrificare, come io ho fatto, una posizione personale e di partito all'unità della classe operaia, per un socialista è un titolo d'onore. Ma posso io rifiutare di prendere atto che sotto bandiera, direzione o ispirazione comunista (apparente o reale poco importa) non si vince in Occidente?...
L'attentato a Togliatti
14 luglio 1948
Dura e angosciosa giornata. Doveva segnare la chiusura dei lavori parlamentari e l'inizio delle vacanze. Si è iniziata invece con un attentato a Togliatti e si è chiusa con una situazione gravissima nel paese. In seduta mattutina Togliatti aveva preso posto vicino a me per esprimermi la sua inquietudine per la riunione di ieri del comitato dell'unità d'azione e per l'odierno articolo di Lombardi sull'"Avanti!". Poi è uscito con la Nilde Lotti per via della Missione.
In serata siamo andati al Quirinale Pertini, Longo, Scoccimarro, Molè e io per richiamare l'attenzione del presidente Einaudi su possibili provocazioni. Einaudi era commosso per l'attentato e consapevole dei rischi che incombono sul paese.
18 luglio 1948
Pranzato dall'ambasciatore sovietico. E' molto impressionato per 1' attentato a Togliatti e la grandiosa risposta popolare. Considera con un ottimismo forse eccessivo la situazione interna e i suoi sviluppi.
Togliatti migliora. In queste condizioni posso partire domani in vacanza.
Indegno il tono dei giornali. Indegno, in particolare, il tono del "Corriere della Sera". Meriterebbero che invece di frenare noi lanciassimo le masse. Ci trattiene la coscienza della responsabilità verso il paese. Battere la polizia di Scelba non sarebbe impossibile. Ma poi? E' davanti a questo "poi" che le masse hanno arretrato, non davanti ai carri armati.
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