"La Grande Magia" di Edoardo De Filippo nella messa in scena del Piccolo Teatro di Milano. Stag.1984-85, regia Giorgio Strehler |
Le commedie di Eduardo non sono commedie in dialetto, ma
commedie dove il dialetto diventa lingua mediata, e quando vengono recitate,
per esempio in inglese da Lawrence Olivier, stanno in piedi benissimo.
Credo che il teatro di Eduardo non sia un teatro regionalista o bozzettistico, ma universale: mette in scena dei casi di individui specifici, che magari parlano in napoletano, ma da cui si desume un' avventura che appartiene a tutti.
Quando in Napoli milionaria finisce la commedia con quella famosa battuta "adda passà a nuttata", io apparento questa battuta a quella emblematica della fine del Galileo di Brecht, dove Galileo cieco chiede alla figlia: "Dimmi, com' è la notte?" e la figlia gli risponde: "Chiara".
Credo che il teatro di Eduardo non sia un teatro regionalista o bozzettistico, ma universale: mette in scena dei casi di individui specifici, che magari parlano in napoletano, ma da cui si desume un' avventura che appartiene a tutti.
Quando in Napoli milionaria finisce la commedia con quella famosa battuta "adda passà a nuttata", io apparento questa battuta a quella emblematica della fine del Galileo di Brecht, dove Galileo cieco chiede alla figlia: "Dimmi, com' è la notte?" e la figlia gli risponde: "Chiara".
da un'intervista a Elena Guicciardi, "la Repubblica", 2/11/1984
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