Il san Franciscu di cui qui si discorre deve essere quello di Paola giacché la storia che narro è ambientata in Calabria. Chi me l’ha raccontata mi assicura essere un fatto realmente accaduto e come tale pertanto lo presento.
In un piccolo paese un sant’uomo d’età avanzata venerava tantissimo l'immagine di San Francesco che alta campeggiava nella sua camera da letto e alla cui protezione devotamente si affidava. Il quadro, però, s’era tanto scolorito da richiedere un intervento di restauro. Il lavoro fu affidato ad una sorta di artigiano tuttofare (falegname, pittore, muratore ed altro ancora) come ancora se ne trovano nei piccoli paesi; era un brav’uomo e, per fama universale, ci sapeva fare coi colori, ma era anche un grandissimo bestemmiatore.
Quando l’opera fu completata, l'immagine del santo fu ricondotta alla pietà e alla preghiera del suo devoto, che ne fu soddisfattissimo. L’artigiano volle fissarla lui stesso alla parete, pertanto salì sulla scala e l'appese. Poi, cercando di piantare un chiodo di sicurezza sotto il quadro, per errore si diede una martellata sull’indice sinistro, lanciando forte un grido di dolore.
Il pio vecchio, che da basso teneva la scala per migliorarne la stabilità, al fine di prevenire e scongiurare la sfilza di bestemmie che poteva seguire all’incidente, esclamò: “Mannaja la patata!”.
Dall’alto si sentì rispondere: “Mannaja san Franciscu propiu”.
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