29.8.13

Abolire la povertà. Il metodo indiano (S.L.L.)

Dehli 2011
Sotto il titolo Poveri indiani e senza firma “il manifesto” del 30 settembre 2011 pubblicò nelle sue pagine economiche la seguente notizia: 
“Il problema della povertà è grosso, ma in India hanno trovato una soluzione - originale – per risolverlo: l’ha ridotta statisticamente, cioè sulla carta. E così ora in India può essere dichiarato povero solo un cittadino che vice in città e ha un reddito inferiore ai 49 centesimi di euro al giorno (meno di 15 euro al mese), mentre per chi abita nelle campagne è povero solamente se ha un reddito quotidiano inferiore ai 40 centesimi, 12 euro al mese, 144 euro l’anno. In altre parole: è stato sufficiente dire che si può campare con meno per essere cancellati dalla lista dei poveri. Con questa soluzione, le persone che vivono sotto la soglia di povertà passano dal 33% al 28% della popolazione. In cifra tonda, si tratta di 60 milioni di poveri in meno. Da notare che secondo i parametri delle nazioni unite la soglia della povertà è fissata a circa 90 centesimi di euro al giorno (è calcolata con riferimento al costo delle calorie quotidiane necessarie per vivere), il doppio rispetto a quella indiana. La conseguenza di quanto sopra sarà un risparmio sui sussidi pagati ai poveri”.

L’Italia in parte aveva preceduto l’India in queste pratiche, ma dopo la diffusione della notizia le ha progressivamente applicate ad altri aspetti delle necessità sociali, sotto tre successivi governi, Berlusconi, Monti e Letta. 
Così, da noi, mentre si abbassano le soglie per usufruire di sussidi e provvidenze riservate ai “poveri”, si alza la soglia per accedere alla pensione di vecchiaia o alle prestazioni sanitarie e sociale per invalidi e ammalati. Il governo ha deciso che se non hai 67 anni non sei vecchio, se non sei totalmente paralizzato non sei invalido, se non hai una malattia mortale non sei malato.
Il liberale-liberista Ernesto Rossi, in un suo aureo libretto, Abolire la miseria, aveva dato un appoggio sostanziale al programma laburista inglese di uno stato che assiste chi ha bisogno “dalla culla alla bara” ed evita per questa via il precipitare di una parte cospicua di popolazione nella povertà generatrice di ignoranza, violenza e illegalità. I governi italiani dei tempi nostri per abolire la miseria, la malattia e la vecchiaia scelgono invece il metodo dell’India, la progressiva riduzione statistica, la cancellazione sulla carta.

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