Galileo andava in prima elementare. Forse in seconda. E lì aveva imparato ad usare l’aggettivo “bastardo” come un insulto. Pazientemente gli spiegai che i bastardi, in tutte le specie animali, sono i più versatili, i più intelligenti e adattabili: “Prendi i cani: i più stupidotti sono sempre quelli di razza pura. Quelli da caccia sanno solo cacciare, quelli da guardia abbaiano spesso a vanvera”. Il mio caro figliolo taceva e apprendeva.
Nemore si arrabbiò moltissimo.
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