Il nome di mia madre è “affanno”,
d’estate mia madre si affanna per l’acqua,
d’inverno si affanna per il carbone,
e tutto l’anno si affanna per il riso.
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Di giorno mia madre si affanna per tirare avanti,
di notte si affanna per i bambini,
e tutto il giorno non fa altro che affannarsi.
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Allora, il nome di mia madre è “affanno”
il nome di mio padre è “ubriaco fradicio”
e il mio è “lacrime e sospiri”.
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L’autrice è un’anonima dodicenne coreana. La poesia fa parte, insieme ad altre, del documento del Consiglio ecumenico delle Chiese per l’assemblea di Seul su Giustizia, pace, integrità della creazione del 1990. La traduzione è del Centro interconfessionale per la pace di Roma.
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