Il sinistro Giuseppe Sala |
“Il candidato sindaco
di Milano, Sala, già direttore dell'EXPO, si proclama di sinistra e
rivendica come la cosa più di sinistra che ha già fatto la creazione di tanti
posti di lavoro” - così si legge nelle agenzie di stampa e nei
post dei social network di
qualche giorno fa.
Tutto regolare: Sala
cerca voti alle primarie e, oltre all'amicizia con Renzi, espone la
sua mercanzia, i suoi supposti meriti. Quello che non convince è questo definirsi "di
sinistra". Gli Agnelli, i Borghi, Borletti e tanti altri
industriali dei tempi del boom, Achille Lauro come sindaco di Napoli
e armatore, ne creavano anche di più, di lavoro, ma non per questo
volevano essere "di sinistra".
Di sinistra non è chi
crea "più lavoro", magari precario e schiavizzato; ma chi
dà al lavoratore più salario, più stabilità, più tempo libero,
più diritti, più poteri. Si può tranquillamente chiedere il voto
rivendicando le proprie capacità manageriali, la propria capacità
di ampliare il numero degli occupati, anche quando non si tratta di occupazione buona e stabile. Ma perché si pretende di essere di sinistra? La
sinistra non si proponeva di "creare lavoro", qualche volta
progettava addirittura di ridurlo: il suo progetto era di portare i
lavoratori al potere per far sì che meglio determinassero la loro
vita. Smettetela una volta tanto con questa ingordigia. Tenetevi pure
il potere, le proprietà, le leadership, le sindacature e
quant'altro, se vi riesce, ma lasciate la sinistra a chi è di
sinistra, per Dio.
(rimaneggiamento di un
commento fb 3 gennaio 2016)
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