25.1.16

La poesia del lunedì. Cesare Genovese (1927 -1999)

Sopra le vette alpine c’è la luna
Se dall’imposte, alquanto malsicure,
penetrava il riverbero lunare,
la luce tenue, in mezzo all’ombre scure,
mi faceva, sovente, sobbalzare.

Mi piaceva arrivare alla terrazza,
dopo le tante porticine anguste.
Ed ecco lo spettacolo: la piazza
del mio paese; in fondo, le vetuste

case, ad un piano, bianche di calcina.
Gli alberi ornamentali sonnolenti,
sfiora un cane guardingo e s’incammina,
fiutando l’aria, disperatamente!

Rompe il silenzio il sordo cigolare
di un vecchio carro, sull’acciottolato,
seguito dal confuso pigolare
di un passerotto, che si è risvegliato.

Quelle notti serene, in cui gli affanni
al mio cuore romantico eran grati,
tornano alla memoria, poiché gli anni
l’hanno, soltanto in parte, cancellate.

Tornano solo adesso che scompare
la luce della luna, sopra il bosco.
Sopra un picco dell’Alpi, che conosco,
le stelle ridiventano più chiare.

I miei sogni d’allora? Erano tanti
quanti, adesso, son pochi e son sparuti.
E, nella notte placida, ho davanti
quelli che si son persi e son caduti.

M'è rimasto soltanto il più verace:
l'amore che rallegra e che consola
e che sa dire sempre la parola
giusta, per riportare, in me, la pace.

da Canti di stagione, Stampa d'oggi, Roma, 1969

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