Alfredo Panzini |
Antonio Gramsci, nel
carcere fascista, aveva messo insieme una piccola biblioteca di 700
libri e 400 riviste. Fra i titoli che il leader comunista consultava,
e di cui ha lasciato cospicua traccia dialettica nei Quaderni, c'era
la Guida alla grammatica italiana di Alfredo Panzini. Sono
ampiamente noti gli interessi linguistici di Gramsci ma il libretto
dell'accademico d'Italia è l'oggetto di una curiosa vicenda che vale
la pena di ricordare. Proprio in questo spazio le pagine culturali di
“la Repubblica” il nostro compianto Tommaso Chiaretti aveva
pubblicato, il 26 maggio 1977, un articolo intitolato Perché
Gramsci leggeva Panzini. E raccontava, come aveva già anticipato
su l'Unità il 19 marzo 1950, in qual modo Gramsci avesse
puntigliosamente postillato, a matita, sui margini bianchi delle
pagine, la Guida panziniana, non risparmiando feroci sarcasmi
al grammatico, tacciandolo di imbecillità e inettitudine, di
stupidaggine, di ignoranza della storia della lingua, definendolo un
divo con tutta la comicità del divismo.
Chiaretti rivelava
inoltre che Togliatti si era preso la briga di copiare tutte le
annotazioni di Gramsci su trentasei foglietti minuziosi, scritti da
ambo le parti, e impaginati con cura meticolosa, particolare taciuto
in quel lontano articolo su “l'Unità” in occasione del rientro
in Italia (da Mosca, dove li aveva trasferiti la cognata Tatiana
Schucht dopo la morte) dei libri che Gramsci leggeva in carcere. Ma
dove era finita la Guida di Panzini? Si deve alla tenacia di
uno studioso, Renzo Martinelli, il ritrovamento dell' esemplare
postillato da Gramsci e dei foglietti di Togliatti. Non si tratta di
un giallo: semplicemente, erano rimasti nelle mani di Chiaretti, e la
sua vedova, Mara, ha concesso a Martinelli di fotocopiarli, come lui
stesso ha spiegato in un recente articolo su “l'Unità” e in un
saggio sulla rivista “Belfagor” (n. 6, 30 novembre 1989). A
giudizio di Martinelli, queste postille di Gramsci sono certamente
uno degli incunaboli della sua ultima meditazione sui temi della
grammatica e della glottologia e aiutano a capire il suo più intimo
meccanismo mentale, cioè come pensava.
Fra meno di un anno il 22
gennaio 1991 ricorre il centenario della nascita del leader
comunista. Martinelli auspica, per quella data, l'avvio di una
edizione nazionale dell' opera gramsciana che pubblichi,
sistematicamente riordinate, tutte le sue opere, a cominciare dalle
traduzioni ancora inedite. E forse si potrà avere un'anticipazione
del lavoro a cui si sta applicando Martinelli stesso con Dario
Ragazzini: l'analisi linguistico-concettuale dei Quaderni
condotta attraverso una integrale computerizzazione del testo.
la Repubblica, 30 marzo 1990
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