Camoliato madapolàm
1
la vita e la morte allato vanno
transeunti per lo stesso porticato
comincia dolcechiaro finisce amaroscuro
2
non toccare la berretta al tignoso
non ti meravigliare del mio teschio
non tutto è fatto per parere
bello
se sputi all’aria
è meglio che tu cammini
con l’ombrello
3
fuggire è vergogna
ma anche salvamento
vita con vita non si mangia
guai al minchione che non ha
potere
potendo il poco basta
carne cotta o cruda
l’assai soverchia
e troppe grazie a santantònio
4
quanto fiato perde
chi andando per la vita
chiama la morte e dice
accuccia-accuccia
5
i piedi reggono esattamente
quanto io ho
lévati
non mi fare il solletico
6
ma chi comanda qua
mannàggia
non sono padrona
di niente
manco gli occhi per piangere
7
vita bella e affatturata
non avea catene al collo
né debito di coscienza
dopo la sua porcapedàta
non sa più spendersi
con chi le pare e piace
8
meschina vita
si difende a mozziconi
ma la storia è finita
chi muore riempie
la sua fossa
per quanta vita sali
tanta ne discendi
In
“Quaderni della fenice” n. 26, 1977
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