Mike, Peggy e Pete Seeger |
«Se dovessi dire davvero
in poche parole il mio debito e la mia riconoscenza verso Pete, direi
che ’grazie’ non è abbastanza. Egli non ha cambiato la mia vita.
Egli è stato una parte integrante della mia vita fin dall’inizio.
Le canzoni, il banjo, la generosità di spirito, l’ottimismo. Si
faceva amare dovunque andasse. Ha 90 anni ora e non riesco a
immaginare il mio mondo, il nostro mondo senza di lui. E lui sta
facendo del suo meglio per restarci...».
Queste toccanti parole,
riportate con le maiuscole originali, ce le ha mandate Peggy Seeger e
sono la sua testimonianza per celebrare i novant’anni del fratello
Pete. Sono però anche parole ideali per introdurre in breve ciò che
è stata la stessa famiglia Seeger, una delle più prestigiose e
importanti famiglie musicali dell’intero Novecento, la cui
influenza è andata ben oltre quella dei confini degli Stati uniti.
Pete, infatti, è solo il più celebre dei fratelli Seeger,
ugualmente centrali per lo sviluppo e la diffusione del folk music
revival in tutto il mondo. Con il padre, Charles, siamo poi
addirittura agli albori dell’etnomusicologia modernamente intesa:
la disciplina, infatti, all’inizio del secolo scorso, cominciava
lentamente ad affrancarsi dalla primitiva impostazione datale dalla
scuola berlinese, che con Eric von Hornbostel e Curt Sachs l’aveva
fondata come «musicologia comparata», per aprirsi a una serie di
problemi metodologici ed epistemologici in linea con quelle che
all’epoca erano le più aggiornate istanze dell’antropologia
culturale.
A Charles Seeger fu
dunque affidata la vicepresidenza della Società per la musicologia
comparata quando fu chiaro che, sotto il nazismo, sarebbe stato
impossibile in Germania continuare un lavoro proficuo e indipendente.
La società, purtroppo, non riuscì a mantenersi in vita ma lo
spostamento di baricentro verso il più dinamico mondo americano
avrebbe prodotto nel tempo l’irreversibile «rivoluzione» della
ricerca sul campo (già moneta corrente in antropologia) che i
tedeschi ignoravano completamente, limitandosi a delle comparazioni
fatte a tavolino.
Pete Seeger è il figlio
della prima moglie di Charles, la musicista Constance Edson, mentre
Peggy e Mike sono figli della sua seconda moglie, la compositrice di
musica d’avanguardia (ma anche appassionata studiosa di musica
tradizionale) Ruth Crawford. Peggy, strepitosa polistrumentista
(oltre a cantare e a scrivere testi e musiche suona perfettamente la
chitarra e gli strumenti della tradizione folk americana: il banjo,
il dulcimer, l’autoharp, la concertina), arriva negli
anni Cinquanta in Europa e, tramite l’amico di famiglia Alan Lomax,
incontra e sposa il grande folk singer inglese Ewan MacColl. Il loro
sodalizio di vita e musica costituirà l’architrave del folk music
revival britannico e produrrà un’incredibile quantità di
concerti, dischi, pubblicazioni, ricerche, documentari, trasmissioni
radiofoniche su tutti gli aspetti della cultura popolare
anglosassone: dai canti dei pescatori alle ballate industriali, dalla
musica dei nomadi alle testimonianze dei gruppi marginali della
società inglese, come i malati di poliomielite o il mondo del
pugilato semiprofessionistico. Dopo la scomparsa di Mac-Coll, nel
1989, tutto il materiale dell’enorme lavoro svolto dalla coppia è
custodito al Ruskin College di Oxford. Peggy è anche una delle più
importanti cantanti e autrici della canzone femminista (tra i suoi
album, Different Therefore Equal e Penelope Isn’t Waiting
Anymore), autrice di un vero e proprio «inno» del movimento
come I’m Going to Be an Engineer.
Mike Seeger è anch’egli
pluristrumentista e cantante: fondatore dei New Lost City Ramblers,
si è dedicato con passione alla musica della tradizione rurale «old
time» e resta fondamentale, e bellissimo, tra i circa quaranta
dischi incisi, Fresh Old Time String Band Music. Numerosi sono
i riconoscimenti che gli sono stati attribuiti e la sua attività ha
dato un formidabile impulso alla riscoperta, alla rivitalizzazione e
alla diffusione di repertori che oggi rappresentano, per i musicisti
folk statunitensi, le basi per cominciare seriamente a lavorare sulla
musica di tradizione popolare. Oltre ad aver fatto conoscere la
musica «old time» in tutto il mondo - ha suonato anche nel nostro
paese -, Mike si è poi dedicato all’insegnamento con manuali e
sussidi didattici audio e video, e la sua influenza è stata
riconosciuta da musicisti rock come i Grateful Dead e dallo stesso
Bob Dylan.
Da sempre l’attività
musicale dei Seeger è stata legata all’attivismo politico a favore
delle cause democratiche, antirazziste e progressiste, un impegno
costante che ha provocato a tutti i membri della famiglia problemi e
difficoltà di non poco conto nel rapporto con le autorità
soprattutto in momenti di forte tensione sociale. Se Pete fu più
volte arrestato e perseguitato in vario modo, Peggy non è stata da
meno: resta memorabile quando, nel 1984, venne processata per la sua
partecipazione a una manifestazione antinucleare avvenuta in
Inghilterra un anno prima e nella quale era stata arrestata insieme a
centinaia di persone. In sua difesa scrisse e cantò una canzone
(Tomorrow) per spiegare il suo comportamento, ma fu espulsa
per oltraggio alla corte senza aver nemmeno terminato la prima
strofa, per essere di nuovo arrestata e infine multata.
Va detto, tuttavia, che
esiste anche un nutrito gruppo di detrattori, da anni ormai impegnati
in una rilettura «al negativo» dei protagonisti del folk revival
anglo-americano, visti come esponenti di una borghesia bianca radical
chic e romantica, antimoderna e sostanzialmente opportunista.
I Seeger furono anche
protagonisti della scoperta casuale e del rilancio di una grande
cantante di blues: Elizabeth Cotten, l’indimenticabile interprete
di Freight Train. Cotten (che Charles e Ruth conobbero quando
Penny, un’altra figlia, si perse in un grande magazzino e fu da lei
ritrovata e a loro ricondotta), venne assunta come domestica nella
grande casa di famiglia, ma pare che Peggy e Mike, appena
adolescenti, la sostituissero spesso nel lavare i piatti per farle
suonare la chitarra...
"alias il manifesto", 3 maggio 2009
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