6.11.16

Obama, Osama e il Regime (S.L.L.)

Tra le promesse elettorali del primo mandato di Obama c’era la chiusura della prigione di Guantanamo. Tutto questo faceva pensare a una presidenza innovativa, più legalista, più scrupolosa nel rispetto del diritto internazionale, più favorevole alla giustizia dei tribunali che al lavoro sporco della CIA. E invece no. Guantanamo non è stata chiusa del tutto. E le operazioni sporche si sono, caso mai, moltiplicate. Bush, per esempio, volle che a Saddam Hussein gli irakeni suoi alleati imbastissero un simulacro di processo. A Gheddafi non fu garantito neanche quello.
Ma l’episodio più eclatante mi pare sia rimasto quello dell’uccisione di Osama bin Laden, operazione in cui giocò la sua parte l'attuale candidata democratica. Doppiamente eclatante: da un lato per la grande quantità di storie e storielle diffuse intorno alla vicenda, dall’altro per la totale mancanza di trasparenza in cui si è svolta l’operazione. Tutto questo è potuto avvenire grazie ad un quasi totale allineamento dei grandi mezzi di comunicazione di massa alla versione ufficiale, alla sua vaghezza, alle sue incoerenze, ai suoi silenzi e alle sue suggestioni. Credo che sia questo uno dei segni più evidenti del “regime” in cui sempre più vive il mondo sotto il dominio dell’Occidente.
A evitare equivoci non credo che l'avvento di un outsider come Trump cambierebbe le cose, per le caratteristiche certo non commendevoli del candidato repubblicano e per le capacità del "sistema" di fagocitare le velleità di cambiamento del presidente. (stato di fb 6 novembre 2016)

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