Giorgio Caproni |
Amore mio, nei vapori d’un bar
all'alba, amore mio che inverno
lungo e che brivido attenderti! Qua
dove il marmo nel sangue è gelo, e sa
di rinfresco anche l’occhio, ora
nell’ermo
rumore oltre la brina io quale tram
odo, che apre e richiude in eterno
le deserte sue porte?… Amore, io ho
fermo
il polso: e se il bicchiere entro il
fragore
sottile ha un tremitìo tra i denti, è
forse
di tali ruote un’eco. Ma tu, amore,
non dirmi, ora che in vece tua già il
sole
sgorga, non dirmi che da quelle porte
qui, col tuo passo, già attendo la
morte.
Da Il “terzo libro” e altre
cose, Einaudi, 2015
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