23.11.16

Piccola borghesia (nota fb 21 novembre 2016)


Matteo Renzi, che un po' di fiuto ce l'ha di sicuro, punta al voto moderato, di conservazione, il voto dei notai, dei farmacisti, dei medici, della burocrazia medio-alta, di quadri tecnici, commercialisti e militari di professione, ma anche di gran parte degli albergatori, dei bottegai, dei padroni di bar, dei meccanici, carrozzieri, idraulici, orafi, di quelli - insomma - che sono riusciti a mantenere, dopo il periodo più pesante della crisi, qualcosa da perdere (redditi, proprietà, privilegi). Da qui le molte allusioni al cataclisma, al "salto nel buio", che seguirebbe un prevalere del NO.
La sua convinzione è che - in grandissima parte - quelli che dalla crisi hanno subito i colpi più duri e non hanno più le speranze della giovinezza (dagli operai precarizzati agli artigiani senza lavoro, dai pensionati poveri ai piccoli impresari sulla via del fallimento) non andranno ai seggi, confusi dalle opposte demagogie (la sua da una parte, quella di grillisti e razzisti dall'altra). E' persuaso perciò che maramaldeggiare contro un sindacato in forte crisi, contro il lavoro dipendente e certe categorie dell'impiego pubblico, perfino - ogni tanto - contro i "politici" e la politica gli giovi, come gli giova l'appoggio rassicurante di Confindustria e Confcommercio. Si compiace perfino delle dichiarazioni di Berlusconi, che da un lato fa finta di opporsi dichiarando il suo "no", dall'altro lo elogia come leader e lo proclama suo erede politico.
Quello diretto a questi ceti medi è un messaggio che può "arrivare". Guardiamoci intorno. Certi nostri amici e compagni che in gioventù avevano nutrito ideali egualitari e che a Berlusconi si erano opposti perché lo trovavano indigesto, ora trovano sdoganate le convinzioni che la condizione sociale suggeriva loro e si vergognavano a esplicitare. Ora possono dirlo che gli operai e i lavoratori dipendenti, specie pubblici, hanno (ancora?) troppi diritti e troppe tutele, che l'articolo 18 era la bandiera dei fannulloni, che i sindacalisti sono una pessima genìa, che le banche vanno salvate anche a scapito della scuola o della sanità, che le tasse..., che la magistratura... eccetera. La classe non è acqua e la piccola borghesia nella sostanza non cambia: quando ha da scegliere tra il signore e il poveraccio sceglie il signore e per uno che non molla se ne trovano dieci che si adeguano. Il SI' probabilmente vincerà: di poco, ma vincerà; e la stagione berlusconiana troverà il suo compimento istituzionale. Eleggeremo un governo che avrà le mani libere, con un parlamento che ne sarà stabilmente una appendice, con istituti di garanzia depotenziati.
Non è detto che poi Matteo Renzi vinca le elezioni. La difficoltà di cambiare la legge elettorale, la paura e il democristianismo di fondo lo spingeranno a fare il listone con i ciellini alla Lupi, con gli Alfano, coi Verdini, coi casinisti residui, ma potrebbe anche accadere che i grillisti facciano il pienone della protesta e che lo battano. Non sono affatto certo che sia meglio, anche se sono convinto che con i veri padroni (internazionali e nazionali) troveranno anche loro un modus vivendi. Anche tra loro è preponderante l'anima piccolo-borghese.

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