‘U Babbaluciaru è una pagina di fb, in cui Pietro Ancona, antico e valoroso compagno sindacalista e socialista agrigentino trapiantato a Palermo, collega le sue memorie anche lontane con alcune fresche impressioni e riflessioni. Spesso vi ritrovo pagine di grande interesse, tali da suscitare ripensamenti e curiosità. Quella che ho letto stamani l’ho trovata, oltre che intensa e profonda, bella nella sua scrittura priva di fronzoli (simplex munditiis – direbbe Orazio). Bella e terribile nelle previsioni che contiene. La riflessione da vetero-marxista un po’ scolastico che la lettura mi ha suggerito è che i rapporti di produzione e di proprietà capitalistici sono in conflitto sempre più evidente con lo sviluppo delle forze produttive oltre che con la ricchezza attuale e potenziale della società. Quello che manca è il soggetto rivoluzionario, sconfitto, scomposto e frammentato. Il capitalismo, sconfitto sul terreno economico, smentito nelle sue pretese di razionalità e nelle sue promesse di un benessere in espansione, ha vinto politicamente. Per ora. (S.L.L.)
Agrigento. Fiore tra le rovine. Foto di Salvatore Lo Leggio |
Ho l'abitudine di uscire di pomeriggio con il mio cagnolino per passeggiare attorno al condominio dove abito. E' quella che chiamo "ora d'aria" del mio Milo che trascorre troppo tempo in casa ad annoiarsi.
Da alcuni anni mi capita di incontrare una coppia di ragazzi certamente vicini di casa. Hanno l'abitudine di sedersi sul gradino di ingresso di un palazzo riparato da un porticato. Lei è una bella ragazza alta robusta dai lineamenti fini. Lui ha un viso pallido con una leggera barba che da qualche tempo mostra qualche raro filo bianco. Non hanno ancora trentanni. Stanno seduti e parlano, parlano. Mi sono fermato a scambiare qualche parola con loro. Sono disoccupati. Hanno fatto tutte le esperienze del precariato. Lavori, lavoretti, concorsi, ancora concorsi. Lavoro nero in nero a volte anche umiliante. Il ragazzo è stato anche negli States per qualche tempo. Il lavoricchio si trova più facilmente ma le condizioni non sono diverse. L'America non offre niente. Non è l'America di venti anni fa. La società anche lì è diventata più cattiva. Sembra che sia diventata una impresa sopravvivere a questo mondo. Eppure tutta la società occidentale che ha deteriorato cosi profondamente la condizione dei lavoratori o di chi tenta di entrare nel lavoro è assai più ricca di quella di venti anni fa.
I due ragazzi parlano del loro presente triste e del futuro che non esiste. Non posseggono una auto dove appartarsi. Non hanno niente. Hanno solo ancora la loro splendida giovinezza che li sta lasciando.
Da alcuni anni mi capita di incontrare una coppia di ragazzi certamente vicini di casa. Hanno l'abitudine di sedersi sul gradino di ingresso di un palazzo riparato da un porticato. Lei è una bella ragazza alta robusta dai lineamenti fini. Lui ha un viso pallido con una leggera barba che da qualche tempo mostra qualche raro filo bianco. Non hanno ancora trentanni. Stanno seduti e parlano, parlano. Mi sono fermato a scambiare qualche parola con loro. Sono disoccupati. Hanno fatto tutte le esperienze del precariato. Lavori, lavoretti, concorsi, ancora concorsi. Lavoro nero in nero a volte anche umiliante. Il ragazzo è stato anche negli States per qualche tempo. Il lavoricchio si trova più facilmente ma le condizioni non sono diverse. L'America non offre niente. Non è l'America di venti anni fa. La società anche lì è diventata più cattiva. Sembra che sia diventata una impresa sopravvivere a questo mondo. Eppure tutta la società occidentale che ha deteriorato cosi profondamente la condizione dei lavoratori o di chi tenta di entrare nel lavoro è assai più ricca di quella di venti anni fa.
I due ragazzi parlano del loro presente triste e del futuro che non esiste. Non posseggono una auto dove appartarsi. Non hanno niente. Hanno solo ancora la loro splendida giovinezza che li sta lasciando.
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