29.9.12

Le libere donne di Naro. Ovvero le due porte del narese (S.L.L.)

Festa a Naro
Aviri du porti comu li narisi” è un’espressione diffusa a Racalmuto che Leonardo Sciascia cita e commenta nel suo magnifico Occhio di capraAl mio paese, che da Racalmuto e da Naro non è distante, il detto circolava (e forse ancora circola) nella variante al singolare, “lu narisi”.
Esso vale ad indicare la prudenza dei naresi, “cornuti” in gran numero forse, ma abbastanza saggi da lasciare agli “amici” delle mogli un’uscita secondaria, onde non essere costretti, per non perdere la faccia, a cruenti delitti d’onore con i loro inevitabili strascichi .
Il modo di dire segnala peraltro una libertà di costumi nelle donne di Naro che non era frequente in altri paesi. Non so se davvero si arrivasse a una sorta di libero adulterio, ma le ragazze di quel paese al Liceo Classico o alla Ragioneria di Canicattì, che in gran numero frequentavano, erano probabilmente le più disinvolte, le più aperte e serene nella conversazione con il maschio, e talora lo mettevano in imbarazzo con spavalda giocosità.
Sulle donne di Naro circola (o forse circolava) in tutto il circondario un altro lusinghiero motto: “A Naru, a Naru li fimmini beddi”, parte di una più lunga filastrocca sui paesi del circondario. Lo gridavano, con ironico slittamento di senso, certe comitive maschili che a Naro compivano spesso un pellegrinaggio parallelo a quello annuale diretto al santuario di San Calogero, grande procacciatore di miracoli: si recavano al postribolo, anzi “a lu burdellu di Naru”, la cui rinomanza risaliva al tempo in cui la monumentale cittadina, capitale della Comarca, teneva sotto di sé Canicattì, Sommatino, Delia, Camastra, Grotte, Racalmuto, Castrofilippo e Campobello di Licata.
Le "femmine" la cui bellezza la massima loda non sono in ogni caso le ospiti della prestigiosa “casa chiusa”, ma sono tutte le donne di Naro. Perché fossero considerate le più belle non so dirlo, ma non credo che dipendesse da ragioni genetiche, di stirpe; piuttosto congetturo che la bellezza fosse sorella della libertà, di quella predisposizione al dialogo e all’incontro, che spingeva le naresi, quand’anche fossero contadine povere o servette, ad una maggiore attenzione per il loro corpo.
Ora, con la diffusione dei condomini, le due porte nelle abitazioni non ci sono più neanche a Naro e i mariti tolleranti e saggi devono inventarsi altri stratagemmi per evitare rogne. In compenso i pianterreni con ingressi su strade parallele, a Naro come negli altri paesi della Comarca, con tanti poveri vecchi bisognosi di assistenza medica e sociale in giro, sono divenuti sede di ambulatori medici e patronati. Le due porte consentono al dottore o al sindacalista di far risparmiare lunghe code e snervanti attese a parenti, amici e amici degli amici.  

1 commento:

Anonimo ha detto...

Parole sascrosante.anche oggi le donne naresi lo sono.

statistiche