27.9.12

Il mondo meraviglioso di Brunello Cucinelli ("micropolis" - settembre 2012)

Un fatto economico positivo dell’estate umbra è il successo della collocazione in borsa delle azioni della Brunello Cucinelli: prezzo cresciuto del 50%, capitalizzazione stimata 900 milioni. Non si parla di espansione produttiva, ma di fatto si escludono riduzioni del personale. Il che è già tanto.
La gloria dell’impresa e dell’omonimo imprenditore è sancita da un paio d’interviste, in agosto a “la Repubblica”, piuttosto breve e tecnica, il 10 settembre a Sandra Riccio de “La Stampa”. Il succo è il seguente: c’è nel mondo un numero maggiore di “molto ricchi” e, pertanto, i prodotti di lusso non conosceranno crisi: «Davanti a noi si apre un secolo d’oro».
Le approssimazioni storico-filosofiche che corredano siffatte tesi fanno probabilmente parte di una strategia comunicativa tesa a convincere il potenziale acquirente di azioni, piuttosto che di capi, e Cucinelli sembra entrare benissimo nel ruolo di imbonitore: «Il mondo ha fatto un cambiamento meraviglioso. Viviamo in un periodo che è un po’ come quello del Rinascimento quando i mercanti tornavano dall’America… Abbiamo il mondo davanti e immense possibilità… Gli insegnamenti
arrivano proprio da queste terre rinascimentali: Lorenzo il Magnifico considerava gli artigiani in qualche maniera fratelli dei grandi artisti».
Cucinelli dà anche qualche dritta a imprenditori e politici italiani. Basta – dice – con le grandi fabbriche e con la produzione di massa «che non sono di nostra competenza»; bisogna invece puntare su «due sistemi»: in primo luogo aziende piccole e lavorazioni artigianali per la «parte altissima del lusso» e, poi, grandi aziende che progettano in Italia e realizzano le lavorazioni all’estero.
Insomma, da una parte dipendenti “artigiani” e in quanto tali isolati (senza sindacato e rappresentanza, esposti ai capricci del mercato e dell’imprenditore), dall’altra un’industria italiana senza automobili, elettrodomestici o altre merci per i consumi di massa, con un numero di addetti ulteriormente falcidiato: il “mondo meraviglioso” di Cucinelli per i più è un incubo.
Ma la sua immaginazione un po’ allucinata è anche espediente per vendere le azioni, simile alla raffica di cazzate che Grillo spara per attirarsi simpatie elettorali. A giudicare dalle performance in Borsa, fino ad oggi funziona. (S.L.L.)

Nella rubrica "Il fatto", non firmato

Nessun commento:

statistiche