Non penso che gli
economisti innamorati del turbocapitalismo amino la bicicletta. Un
oggetto che non si consuma mai abbastanza da essere sostituito. Un
pezzo di ferro che non finisce mai in discarica. Un mezzo che
consente di spostare le persone senza bruciare carburante. E quando
si rompe, se si rompe, bastano due lire e un po’ di pazienza per
rimetterlo in strada. Forse è per questo che non se ne vedono di
pubblicità di biciclette. Non ci investono molto».
L’Unità, 28 ottobre
2012
Nessun commento:
Posta un commento