23.3.17

Primavera (Umberto Eco)

Mentre sto facendo esperienza, e trovando conferma in vari interventi autorevoli, del riscaldamento del pianeta e della scomparsa delle mezze stagioni, mi chiedo che reazioni avrà mi giorno il mio nipotino, che non ha ancora due anni e mezzo, quando sentirà pronunciare la parola "primavera" o leggerà a scuola poesie che parlano dei primi languori autunnali.
E da grande come reagirà ascoltando le Stagioni di Vivaldi? Forse lui vivrà in un altro mondo a cui sarà perfettamente abituato e non soffrirà della mancanza della primavera, vedendo le bacche sbocciare per sbaglio in inverni caldissimi. In fondo anch'io da piccolo non avevo esperienza dei dinosauri eppure sono riuscito a immaginarmeli. Forse la primavera è una nostalgia da persona attempata, come le notti passate nei rifugi antiaerei a giocare a nascondino.

Da Fare ciao ciao con la manina (L'Espresso, 2002) ora in Papa Satàn Aleppe, La Nave di Teseo, 2016

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