Quando scomparve Charles
Trenet, c’era rimasto solo Gilbert Bécaud a rappresentare quel
modo così francese e così unico d’essere chanteur ma anche
cantautore, uno dei più raffinati e delicati. Ora Gilbert Bécaud si
è spento, dopo aver compiuto i suoi 74 anni, portati con grande
entusiasmo e con lo spirito di sempre, con lo spirito del musicista
innamorato del suo modo unico di fare il cantante, l’autore,
l’attore.
Nato a Tolone il 29
ottobre 1927, François Gilbert Silly (suo vero nome), inizia ben
presto lo studio del pianoforte, trasferendosi in seguito al
Conservatorio di Nice; sicuramente gli studi giovanili gli saranno
utili per fare del cantante Bécaud anche un sicuro pianista, dal
tocco raffinato e da una buona tecnica.
Sembra che nella sua vita
da giovane studente sia apparso anche uno dei padri del moderno
pianismo come Ignacy Paderewskji, particolare questo sicuramente
importante per comprendere anche la vena creativa di Bécaud,
romantico, estremamente portato verso un melodismo di dolci suoni,
supportato dal suo pianoforte e da arrangiamenti sinfonici. Non è un
caso che una delle sue più belle canzoni: Le pianiste de
Varsovie, recupera il suono di Frederich Chopin, la delicatezza
della pagina classica, del canto delicato e riservato.
Giovane pianista,
speranzoso di esibirsi, Bécaud arriva naturalmente a Parigi dove
suona in diversi night club e dove fa la conoscenza del cantante
Jacques Pills, del quale diventa il sicuro accompagnatore. Il
fortuito incontro permetterà a Bécaud di conoscere e di collaborare
con Edith Piaf, sposa di Pills. La Piaf sarà pronta ad incoraggiare
il giovane autore a scrivere e ad interpretare le proprie canzoni.
Oramai la strada è aperta e il cantante francese approderà nel 1954
a l’Olympia con uno spettacolo che rimarrà nella storia per
l’enorme carica e il sicuro swing. Il successo varca i confini
della Francia, tante che in poco tempo il suo nome è conosciuto
soprattutto in America e quando nel 1966 arriva a Broadway, rimane in
cartellone per tre settimane.
In Italia fu interprete
per la Rai di Sai che ti dico, dove cantava anche in italiano
canzoni come Bagno di mezzanotte, Son tornato da te,
Come un bambino. Gino Paoli,
Ornella Vanoni hanno spesso cantato suoi classici.
il manifesto, 19 dicembre
2001
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