Ripete le stesse parole
che pronunciò in quello storico discorso all'XI congresso del Pci,
nel 1966: «Cari compagni, non mi avete convinto». Allora si
rivolgeva ai suoi compagni di partito che l'avevano sconfitto nella
battaglia congressuale, oggi si parla di Craxi e della lettera che il
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato alla vedova
dell'ex leader socialista morto dieci anni fa. Quindi, in qualche
modo si parla ancora dei suoi ex compagni di partito e di battaglie
interne, non a caso nel Pci Napolitano fu, dopo Giorgio Amendola, il
rivale del leader della sinistra comunista, ossia Pietro Ingrao.
Ingrao, cos'è che
oggi non la convince?
Ho trovato francamente
esagerate tutte le cose che ho letto in questi giorni, non credo che
una rivalutazione di Craxi - nel mondo comunista si sarebbe chiamata
con un orrendo termine: riabilitazione - sia politicamente giusta e
corretta.
Ma Napolitano, e non
solo lui, sostiene che ci furono luci e ombre nella politica di
Craxi...
Potrei dire che
Napolitano è stato molto generoso, anche troppo. Io comunque non
condivido il suo giudizio, molte chiacchiere ma non una parola dura,
anche cattiva. Sinceramente io luci non ne vedo, perché nel corso di
quegli anni molto aspri per la vicenda politico-sociale del nostro
Paese, Craxi si è schierato con la parte più conservatrice della
Dc, con Forlani e Andreotti e non certo con Zaccagnini. E
contemporaneamente ci ha fatto la guerra, a noi comunisti. Dopo la
morte di Moro venne fuori la sua natura di anticomunista che non
aveva alcuna intenzione di promuovere l'unità delle sinistre. Un
progetto politico che invece avrebbe potuto contribuire a rinnovare
la società. Ecco perché ho sempre sostenuto che Craxi era un
conservatore.
Ma molti al contrario
dicono che fosse un uomo di sinistra e per di più un innovatore...
Ma manco per idea. Era
distante anni luce da un socialista come Riccardo Lombardi, lui sì
di sinistra insieme ad altri nel Psi. Craxi era un'altra cosa, e
francamente non vedo proprio dove abbia innovato, semmai ha usato la
sua spregiudicatezza per crearsi spazio nel quadro politico. Ma
allora entriamo in un'altra categoria, quella dei politicanti...
Eppure molti suoi ex
compagni di partito, per esempio Piero Fassino, lo hanno rivalutato
in questi anni. Secondo lei perché?
Risponderei in poche
parole che per me dicono tutto: perché c'è un forte vento di destra
che spira sull'Italia.
E della questione di
Tangentopoli, lei che idea s'è fatto?
Sulla vicenda
strettamente giudiziaria che ha riguardato Craxi non mi va di
intervenire. Capisco la delicatezza che il Presidente della
Repubblica ha usato nell'affrontare questo capitolo difficile, ma
anche qui non mi sento di condividere i suoi giudizi.
Ma lei di Craxi non
salva nulla?
Nulla, proprio nulla.
Perché ha agito in modo negativo nella vicenda politica italiana. E
anche qui, mi dispiace, pur capendo il garbo del Capo dello Stato,
non posso riconoscermi nel quadro che ha delineato.
E invece del suo
esilio ad Hammamet che giudizio dà?
Ecco, qui invece vedo un
orgoglio umano nella sventura, un orgoglio che rispetto.
La Stampa, 19 gennaio
2010
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