Nuda in piedi, le mani
dietro il dorso,
come se in lacci strette
tu glieli avessi. Erette
le mammelle, che ben
possono al morso
come ai baci allettar.
Salda fanciulla
cui fascia l’amorosa
zona selvetta ombrosa,
vago pudore di natura.
Nulla,
altro ha nulla. Due
ancora tondeggianti
poma con grazia unite
pare chiamino il mite
castigo della
fanciullezza. Oh, quanti
vorrebbero per sé ai
suoi occhi il lampo
del piacere promesso,
che paradiso è spesso,
e più spesso è
l’inferno senza scampo!
Da Fanciulle (1925)
in Canzoniere,
Einaudi, 2001
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