3.8.17

Mosca, agosto '42. Togliatti alla radio incita gli operai italiani alla rivolta: “Come a Torino nel 17”

Nell'agosto 1917, nel pieno della Grande Guerra gli operai torinesi diedero vita ad assemblee, manifestazioni e proteste culminate, in coincidenza con la mancanza di pane, in uno scontro sanguinoso con le forze dell'ordine. Il 25 ci furono feriti da entrambe le parti e non mancarono nei giorni successivi arresti tra i rivoltosi. Ma il pane, nel frattempo, era tornato in quantità sufficiente nelle case degli operai.
Da Radio Milano Libertà, un'emittente radiofonica del Partito Comunista Italiano che trasmise da Mosca tra il luglio del 1941 e il gennaio del 1944, Palmiro Togliatti rievocò, a 25 anni di distanza, i cosiddetti “moti di Torino”. Posto qui il testo dell'articolo, assai bello e di grande suggestione oratoria. (S.L.L.)

Dedichiamo una gran parte della nostra trasmissione di oggi a ricordare i fatti che si svolsero a Torino nell’agosto 1917, venticinque anni fa. Si era nel periodo più duro della guerra. Al fronte, il macello della gioventù durava da più di due anni. All'interno, la carestia batteva alle porte. Nelle fabbriche, si esigeva dagli operai una disciplina da galera, e nelle grandi città mancava il pane. Già nel maggio del 1916 masse di donne e di lavoratori avevano manifestato per le vie di Milano chiedendo pane e la pace. A Torino, nell’agosto del ’17, la classe operaia fece di più. Fecero le manifestazioni nelle fabbriche e gli scioperi in tutta la città e scesero nelle strade. I governanti di allora cercarono di stroncare il movimento con la forza. Inviarono i soldati contro gli operai. Ma una parte dei soldati fraternizzò con gli operai, le vie della città si coprirono di barricate e per quattro giorni Torino lavoratrice e proletaria versò eroicamente il suo sangue per la causa del pane e della pace. Il movimento venne soffocato, ma la prima rivendicazione operaia, quella di avere pane a sufficienza, venne soddisfatta. I salari, inoltre, vennero aumentati. In tutte le officine incominciarono da allora a funzionare i commissari di reparto, in difesa dei lavoratori contro le prepotenze dei padroni e degli ufficiali.
Ma questo non fu tutto. I fatti di Torino del ’17 furono tra i primi di una serie di movimenti della classe operaia di tutta l’Europa occidentale contro la guerra imperialista e per la pace. Scioperi e movimenti di massa si produssero in altre città d’Italia. La bandiera della rivolta contro la guerra fu levata da intieri reggimenti al fronte. Sotto l’influenza della grande Rivoluzione socialista di ottobre scioperi e insurrezioni contro la guerra scoppiarono in Austria e in Germania, a Berlino, a Vienna, ad Amburgo. Tendendosi le mani al di sopra delle frontiere, gli operai esigevano lafine della guerra. La macchina di guerra dell’imperialismo tedesco, colpita al cuore da queste rivolte, cessò di funzionare, e con la sconfitta dell’imperialismo tedesco fu raggiunta la pace.
Operai di Torino, veterani del 1917, giovani, donne, entrati da poco nell'inferno delle fabbriche di guerra fasciste, rivolgete il vostro pensiero in questi giorni all’azione eroica dei vostri fratelli nell’agosto del 1917. La rivolta di Torino del 1917 vi insegna la strada che dovete battere oggi. Anche oggi, come allora e peggio di allora, manca il pane e le fabbriche sono diventate una galera. Il sangue della gioventù italiana viene versato a fiotti sui fronti della guerra imperialistica: in Africa, dove i soldati italiani combattono agli ordini di un generale tedesco; in Jugoslavia, dove soldati e camicie nere sono mandati da Mussolini come briganti a opprimere e massacrare un popolo libero; in Russia, dove un’armata italiana è messa a disposizione di Hitler per la lotta criminale contro i nostri fratelli russi, contro la gloriosa Repubblica dei soviet. Bisogna far finire la guerra, se si vuol salvare la gioventù dal massacro, i lavoratori italiani dalla fame, il paese da una inevitabile e spaventosa catastrofe. La bandiera della classe operaia è oggi, come nel 1917, la bandiera del pane, della libertà, della pace. Ma il pane, la libertà e la pace non si otterranno senza la lotta. Bisogna fare come nel 1917; bisogna strappare il pane con la forza al governo fascista; bisogna che gli sforzi degli operai italiani si fondano con quelli degli operai di tutta l’Europa e del mondo intiero, che lottano per spezzare le catene del fascismo e ridare al mondo, con la libertà, la pace.
Al lavoro, alla lotta, operai di Torino!
Siate degni dei vostri padri, dei vostri fratelli maggiori!
Viva l’eroica Torino proletaria del 1917!
Pane, pace e libertà, sia il grido di lotta di tutti gli operai di Torino e d’Italia.


17 agosto 1942

da Palmiro Togliatti, Da Radio Milano Libertà, Edizioni Rinascita 1973

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