Alojz Gradnik nel 1925 |
Il contadino parla a
Dio
La mia falce ha mietuto le Tue messi,
il mio sudore ha bagnato le Tue viti,
è sera, accendi le luci delle stelle.
Il mio silenzio ha onorato l'uva e
l'erba,
le falci, le botti, la mucca e la
cantina,
i miei occhi a Te son ora rivolti.
Il mio aratro ha arato i Tuoi campi,
il Tuo dito ha arato il mio volto,
al mio desco c'è ora un posto che
T'attende.
Siedi e dividi la mia cena,
poi riscuoti quel che Ti debbo.
E sia fatta la Tua volontà.
Traduzione di Fedora Ferluga-Petronio
In Le opere dell'uomo - I frutti
della terra.
Poesie sulle arti dell'uomo per alimentarsi a cura
di Nicola Crocetti, Crocetti Editore 2015
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