Era
sepolta da tre metri e mezzo di terra, scesa neri secoli dal monte a
valle. E negli ultimi decenni l’ha protetta il campo sportivo
realizzato proprio lì sopra. Ma quando a Spello si decise di
costruire nello stesso luogo un parcheggio multipiano per la città,
venne alla luce la meraviglia: una grande villa di età imperiale,
edificata all’epoca di Augusto ma poi realizzata nelle forme
attuali tra il II e il III secolo dopo Cristo. Una villa “fuori
porta”, visto che siamo a pochi passi da due porte d’ingresso
alla città. Una villa di cui sono venuti alla luce ben 500 metri
quadrati ma che rappresentano solo una minima parte della sua
amplissima estensione originaria. E sono quasi tutte stanze dai
pavimenti a mosaico e dalle pareti decorate da affreschi e stucchi:
un piacere per gli occhi e un’autentica rarità, per l'Umbria e non
solo.
Era
il 2005 quando avvenne la scoperta, e da allora a oggi si è scavato
e restaurato tutto con la massima cura. E si è costruito un museo
che è una vera “casa” per la casa, un edificio modernissimo in
dialogo armonico con i resti della villa, le mura e la città tutta.
È stato aperto al pubblico il 23 marzo scorso e nelle parole
emozionate del sindaco Moreno Landrini traspariva tutta l’importanza
dell’evento. La villa è un grandissimo attrattore turistico per
Spello e per l’Umbria tutta, ma s’impone anche come centro
culturale per la cittadinanza e porta d’accesso per la visita
turistica della città che d’ora in avanti comincerà proprio dalla
villa. Infatti, lì attorno ci sono i parcheggi, e all’interno
l'infopoint cittadino. Tutto dunque, d’ora in avanti, verrà
ripensato in funzione della villa.
L’edificio
museale, ideato dall’architetto Alfio Barabani, si pone in
continuità col piano di calpestio moderno che la ricerca
archeologica ha dovuto incidere e sventrare. Dal prato circostante il
verde sale gradatamente a coprire il tetto dell’intera struttura:
un verde fatto di piante grasse su un letto di pietre laviche,
bisognoso di poca irrigazione e cura, assicura Barabani. E non è un
tetto compatto ma fatto di moduli sfalsati tra loro per concedere ad
ampie vetrate di far entrare dolcemente nel museo la luce naturale e
lasciar intravedere, dall'interno, il profilo della città. […]
Tutto
concorre, insomma, a creare le condizioni migliori per la visita.
Si
ammirano i mosaici dall’alto, passeggiando su solide passerelle,
mentre su schermi pensili si apprezzano le ricostruzioni virtuali dei
singoli ambienti della villa, realizzate da Essential Ark con la
consulenza dell’archeologo Marcello Barbanera. Si vedono singolari
intrecci di geometri e colori che culminano nella bellezza e
singolarità del pavimento della cosiddetta Stanza del sole
radiante. Si riconoscono uccelli
e animali reali e fantastici inseriti di sorpresa tra le infinite
geometrie. Si ammira la stanza riscaldata per mezzo di
un’intercapedine sul pavimento che assicurava bagni caldi in ogni
stagione. S’immagina di passeggiare nel giardino centrale o sotto
l’ampio porticato che lo circondava. Più di tutto, si sogna di
banchettare nell’ampia sala da pranzo aperta sul giardino, ospiti
della ricca famiglia che vi abitava. La scena di mescita del vino che
campeggia al centro, le immagini delle stagioni, e gli animali e i
motivi che richiamano il corteo trionfante del dio Dioniso, lasciano
supporre che la ca sa appartenesse a produttori di vino, cosa assai
probabile vista la zona. Tuttavia null’altro si sa di loro, ed è
questa la pecca ma forse anche la forza della villa.
I
pannelli informativi, i tablet a disposizione del pubblico e la App
dedicata, si limitano a descrivere mosaici e stanze, e a narrare come
si viveva in villa ai tempi della Roma imperiale. In futuro, però,
si potrebbe forse azzardare di più e inserire tutte le informazioni
in un racconto immaginario ma verosimile, utilizzando magari le
ricostruzioni virtuali in modo meno statico e più creativo. Provando
anche a immaginare, certo, le vigne da cui la villa era probabilmente
circondata, ma anche un suo rapporto stretto con la città. Spello
conserva molte tracce del suo passato romano, della gloriosa
Hispellum, a partire proprio dalla cinta di mura e dalle porte
cittadine perfettamente conservate. Tuttavia l’aria che vi si
respira è prettamente medievale e rinascimentale. Chissà se
l’importanza della villa sarà d’impulso per nuove indagini e
perché si renda più percepibile a tutti l'antica città. [...]
Villa
dei mosaici di Spello, Spello, via Paolina Schicchi Fagotti 7. Aperto
da martedì a domenica, ore 10-13 e 14,30-17. Info
www.villadeimosaicidispello.it; tel 0742302239
“Il
Sole 24 ore Domenica”, 8 aprile 2018
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