Mercato ittico di San Benedetto del Tronto. L'asta del pesce. |
In un "itinerario" slow food per le vie e il lungomare di San Benedetto del Tronto Gianni Ranieri, con suggestive metafore sembra trasferire in una ideale America la cittadina marchigiana. Del pezzo, nel complesso pregevole, riprendo la parte finale, più corposa e gustosa. (S.L.L.)
D'accordo: di mercati del pesce è piena la penisola. Ma, se non l'avete già conosciuto, date un migliaio di occhiate a «questo» Mercato del pesce all'ingrosso che è il più importante d'Italia, costruito nel 1886, rimodernato nel 1936 non dall'ingegner Onorati perché l'avrebbe progettato e preteso delle stesse misure dell'intero porto di New York, e ristrutturato nel 1997 dopo i bombardamenti dell'ultima grande guerra nel suo primitivo stile pompeiano. Veniteci alle 4 del mattino, assistete all'asta delle 4,30, muovetevi tra le cassette tutte guizzi e colori. Una Broadway ittica. Protagonisti, tra moltissimi attori a pinne e squame, triglie, moscardini, scampi e naselli. E passare dalle meraviglie del mercato ittico alle 300 e passa imbarcazioni da mare Mediterraneo e da oceano; saltare dal |monumento del pescatore trombettiere al monumento del gabbiano Jonathan Livingston, perché c'è anche la creatura di Richard Bach sulla passeggiata del molo Sud; slanciarsi dalle triglie e i naselli al celeberrimo Brodetto I è question d'un istante, come avrebbe scritto Emilio Salgari, se si fosse trasferito dai Misteri della giungla nera ai misteri della Zuppa sanbenedettese.
Il Brodetto ha molte, troppe, varianti e ormai nelle Marche ognuno lo fa a modo suo. Ma la versione di San Benedetto è quella originale, e su di essa vegliano impugnando il mattarello come arma di dissuasione e difesa, le nonne ubicate in quella parte della città non sedotta dai piani logistici dell'ingegner Onorati.
Il vero Brodetto abbisogna, oltre che di pesci, di pomodori verdi - che siano verdi e di nessun altro colore! - e di peperoni ai quali è consentito, anzi è richiesto, d'essere a corno giallo e rosso. L'aceto di vino bianco, unendosi ai pomodori e ai peperoni, darà il via all'ingresso trionfale di seppie, polpo, coda di rospo, scorfano, rana pescatrice, triglie, palombo a fette, gattuccio, razza, occhiata e merluzzo. E non vi salti in testa, una volta impadellato e posto sul fornello il tutto, rispettando il tempo di cottura e quindi il turno dei vari ingredienti dal più duro al più morbido, di mettervi a lavorar di mestolo. Guai, vi becchereste un colpo di mattarello sul groppone. Il Brodetto deve compiersi nell'immobilità. Su, a tavola.
"La Stampa", 31 maggio 2012
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