19.1.13

Alberto Moravia. “E' stato il Balzac del nostro tempo...” (di Luigi Malerba)

Alberto Moravia è stato fino all'ultimo, nonostante l'età, una presenza culturale attiva e autorevole, anticonformista e nello stesso tempo rappresentativa. Al di là delle sue opere di narrativa, i suoi interventi sui grandi temi dell'attualità avevano sempre un taglio di larghi orizzonti come solo i grandi moralisti dei secoli passati riuscivano a imprimere ai loro scritti.
Moravia è riuscito sempre ad inviduare con grande lucidità i pericoli che minacciano il nostro futuro e a scriverne con passione giovanile, ma senza giocare con le parole, senza sprecare aggettivi. Che parlasse delle armi nucleari o della libertà intellettuale, come nel memorabile discorso ad un congresso di scrittori nella Mosca di Breznev, le sue argomentazioni di progressista illuminato si fondavano più sulla coscienza attiva e problematica che sulla dialettica e sul raziocinio.
Moravia amava definirsi uno scrittore non realista, ma esistenzialista. Eppure, attraverso la sua narrativa, si può seguire il percorso della nostra società dagli anni Trenta sino ad oggi e i suoi libri saranno ancora a lungo lo specchio di riflessione per questo periodo storico come quelli di Balzac lo sono per la prima metà dell' Ottocento francese. Anche per questo Moravia è stato fino ad oggi il massimo rappresentante della nostra cultura nel mondo, un ruolo che ha sempre sostenuto con la souplesse che gli derivava dalla sua totale fiducia nella importanza della cultura.
Per noi scrittori Moravia era l' ultimo ponte di collegamento tra le nuove generazioni e quella che ha dato alle nostre lettere i nomi migliori del Novecento, da Palazzeschi a Gadda a Montale.
Per gli amici Moravia era tante altre cose: un uomo di insospettati sentimenti, di improvvise generosità verso i giovani, di candori e di curiosità che gli hanno permesso di muoversi con disinvoltura anche in territori a lui indifferenti o di alleviare gli attriti con le contingenze ostili. Ma per la verità non credo che Moravia avesse dei veri nemici pur essendo da tanti anni una presenza così vistosa.
Scompare con lui un personaggio europeo, un riferimento civile e culturale, ma rimane la sua opera sterminata: l'Arcipelago Moravia occupa uno spazio vasto e centrale nella letteratura del nostro paese. Il dialogo continua, ma questo non basta a consolarci della sua scomparsa.

"La Repubblica" 27 settembre 1990

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