26.9.14

1926. Bordiga e Stalin (da un verbale dell'Internazionale Comunista)

“La Repubblica” nel 1977 a corredo di un paginone dedicato a Bordiga pubblicò alcuni brani tratti dal verbale della riunione della delegazione italiana al Comitato esecutivo allargato dell'Internazionale comunista con Stalin, svoltasi il 22 febbraio 1926 (Annali Feltrinelli 1966). Si può dissentire fieramente dal comunismo di Bordiga, dalle sue idee di partito, di classe, di rivoluzione, di politica; ma in questo scontro con Stalin la sua è una argomentazione rigorosa, coerente con i principi dell'Internazionalismo proletario. Nella sua risposta Stalin fa pesare la Rivoluzione vittoriosa, la costruzione in atto di un grande stato socialista, ma non leggo arroganza o disprezzo; anzi egli mostra di preferire la franchezza di Bordiga all'atteggiamento di chi tace per non contraddire i russi. (S.L.L.)
Amedeo Bordiga da giovane
BORDIGA: Allo scopo di precisare la questione delle prospettive chiede se il compagno Stalin pensa che lo sviluppo della situazione russa e dei problemi interni del Partito russo è legato allo sviluppo del movimento proletario internazionale.
STALIN: Questa domanda non mi è mai stata rivolta. Non avrei mai creduto che un comunista potesse rivolgermela. Dio vi perdoni di averlo fatto.
BORDIGA: Chiede allora che il compagno Stalin dica che cosa accadrà in Russia se non si verifica entro un certo periodo di tempo la rivoluzione proletaria in Europa.
STALIN: Se sapremo bene organizzare l'economia russa, essa è destinata a svilupparsi, e con essa è la rivoluzione che si sviluppa. Il programma del nostro Partito dice — d'altra parte – che noi abbiamo il dovere di diffondere la rivoluzione nel mondo con ogni mezzo e lo faremo.
BORDIGA: Ritiene il compagno Stalin che nel determinare la politica del Partito Russo sia necessaria la collaborazione degli altri partiti comunisti i quali rappresentano l'avanguardia del proletariato rivoluzionario?
STALIN: Senza dubbio è necessaria e noi la desideriamo. A questo scopo il nostro Congresso ha approvata la risoluzione secondo la quale i grandi Partiti della I.C. devono collaborare in modo effettivo alla dirigenza dell'Internazionale.
BORDIGA: Questa collaborazione dovrebbe già avere luogo per la recente discussione. Le questioni trattate dal Congresso russo dovrebbero quindi essere trattate all'attuale Esecutivo dell'I.C.
STALIN: Occorre osservare che queste questioni sono essenzialmente russe. Inoltre i Partiti occidentali non sono ancora preparati a discutere di esse. Per questo la Centrale del PCR ha inviato ai Partiti dell'I.C. una lettera in cui si chiede che non venga trasportata la discussione recente russa negli altri Partiti. Questa risoluzione è stata approvata anche dalla opposizione ed è stata fatta sua dal Presidium dell'I.C. Noi abbiamo fatto ciò anche per evitare che si ripetesse ciò che è avvenuto per le recenti discussioni con Trotskij, le quali vennero trasportate in alcuni partiti in modo artificiale e meccanico.
BORDIGA: Non credo che questi argomenti abbiano un valore decisivo. Anzitutto se si voleva non discutere di questioni russe in questo Allargato, doveva essere l'Allargato stesso a decidere in questo senso. In secondo luogo i problemi che sono stati toccati nella discussione russa non possono essere considerati come solamente russi. Essi interessano i proletariati di tutti i paesi. Infine il fatto che l'opposizione abbia acconsentito non ha nessun valore.
STALIN: Da un punto di vista formale e di procedura certamente è vero che non è del tutto regolare che l'Allargato non decida esso stesso di non affrontare la questione russa. Ma bisogna badare alla sostanza delle cose. La posizione che ha il Partito comunista russo nell'Internazionale è tale che non si può pensare sia possibile risolvere con la procedura i problemi che toccano i rapporti fra il Partito russo stesso e la Internazionale e gli altri Partiti. Certamente la posizione del Partito Russo nell'Internazionale è una posizione privilegiata. Noi ci accorgiamo dell'esistenza di questo privilegio e sentiamo anche la responsabilità che deriva da esso. Sappiamo che quando i compagni russi parlano nel Presidium è difficile che i compagni di altri partiti li contraddicano e questo non ci fa piacere. Noi abbiamo anche altri privilegi, quello ad esempio che l'Internazionale risiede a Mosca, quello di aver vinto la rivoluzione. Noi siamo pronti a trasportare la sede dell'Internazionale non appena la Rivoluzione sarà stata altrove vittoriosa.

“la Repubblica”, 29 maggio 1977

1 commento:

Anonimo ha detto...

Oltre che per la sua onesta',Bordiga andrebbe ricordato per la sua lungimiranza.
Maurizio Fratta

1954: "Il ciclo del capitalismo ha condotto al mostruoso volume di una produzione per nove decimi inutile alla sana vita della specie umana. Ha ha determinato una sovrastruttura dottrinale che richiama la posizione di Malthus, invocando, a costo di chiederli alle forze infernali, consumatori che inghiottano senza posa quanto la produzione erutta. La scuola del benessere, con la sua pretesa che l'assorbimento individuale di consumo possa salire oltre ogni limite, gonfia di passi, riti e morbose follie le poche ore che il lavoro obbligato e il riposo lasciano a ciascuno. Essa esprime in realtà il malessere di una società in rovina, e volendo scrivere le leggi della sua sopravvivenza non fa che confermare il decorso, forse ineguale ma inesorabile, della sua orribile agonia".

Amadeo Bordiga

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