All'incirca tre anni fa
la stampa (Giorgio De Rienzo sul Corsera per esempio) diede notizia
di un carteggio, del tutto inedito, contenente le oltre trecento
lettere che si scambiarono Mario La Cava, lo scrittore calabrese
autore dei Caratteri, e Leonardo Sciascia a partire dai primi
anni Cinquanta per trent'anni e più. I testi che seguono, pubblicati
dal “Corriere” nel 2011, hanno come oggetto principale di
riflessione il rapporto tra gli scrittori e la vita di provincia.
(S.L.L.)
Mario La Cava |
Bovalino M., 13 luglio
1951
Caro Sciascia,
da molto tempo sono
ritornato a casa, ma le mie preoccupazioni e miei impegni di lavoro
letterario mi hanno impedito di scriverti, per ringraziarti della
lettera in cui parli del mio libretto, che ti avevo raccomandato di
leggere con spirito critico.
Ho fatto un lungo
viaggio, ho rivisto molte persone che conoscevo, altre ragguardevoli
per varie ragioni ho conosciuto per la prima volta: mi son dato da
fare, come meglio ho potuto, e spesso mentre mi trovavo solo nelle
città che frettolosamente visitavo, pensavo a te, ritirato in un
paese di Sicilia, al pari di me che ho sempre vissuto in Calabria.
Certo non è possibile affermarsi nel campo dell'arte, se non si
sollecitano incontri personali con quelli che possono aiutare: la
permanenza nelle grandi città è utile ai fini del successo e di una
certa sistemazione pratica. Ma quanto al perfezionamento artistico,
escludo oggi, più di prima, che la grande città possa essere
favorevole; non solo per le distrazioni irreparabili che offre, ma
anche per le difficoltà evidenti che la sua mostruosa organizzazione
oppone ad una approfondita osservazione della vita. L'ideale sarebbe
potersi muovere frequentemente, per poi ritornare al proprio paese a
lavorare. Mi interesserò del tuo libretto quando scriverò un
articolo sui favolisti italiani (ma non presto). Ti saluto
cordialmente. A Roma ho visto Mario dell'Arco col quale ho parlato di
te. A Lucca non ci sono andato; non ho avuto quindi occasione di
conoscere Mario Tobino.
Di nuovo saluti e buon
lavoro dal tuo
Mario La Cava
Leonardo Sciascia |
Racalmuto, 2 agosto
1951
Caro La Cava,
mi trovo da circa un mese
in una campagna molto distante dal paese: e la possibilità di
ricevere la posta si presenta a lunghi sbalzi di giorni. Perciò la
mia risposta ti giungerà con ritardo. Mi fa piacere che il tuo
viaggio sia stato fruttuoso di incontri; così accade anche a me: ma
appena rientro nel solito ritmo dei giorni, tutto quel che ho vissuto
in città assume una fredda distanza, come se non mi appartenessero e
fossero i giorni di un altro. E lascio così cadere tante
possibilità. Ma in fondo vivere così mi piace: leggere un libro al
giorno e scrivere un articolo ogni mese; e quando posso, una piccola
scappata oltre lo Stretto. Sono d'accordo con te sulla vita delle
città: tra chiese e gallerie e circoli ed incontri, non capisco
quale tempo e voglia resti agli amici per leggere, e per scrivere. Li
vedo, nei pochi giorni che sto con loro, sempre fuori, assillati da
preoccupazioni economiche. Parlano di quattrini; e noi invece andiamo
in libreria e parliamo di letteratura. Fossi in città, con questo
stipendio, non avrei anch'io voglia di parlare di letteratura; qui il
problema economico mi è invece più lieve. Mi contento insomma; e
godo ottime e tranquille letture. A proposito ho visto in libreria i
tuoi Caratteri, giunti ora con una fascetta che dice del
premio «re degli amici» per quelli inediti. Ti ringrazio di quel
che hai intenzione di scrivere per il mio libretto. E vorrei
pregarti, se l'articolo apparirà su una rivista che non sia «Il
Ponte» o «L'A», di segnalarmelo.
Auguri e buone vacanze.
Affettuosamente.
Leonardo Sciascia
Corriere della Sera, 31 gennaio 2011
1 commento:
Le 360 lettere sono state pubblicate da Rubbettino con il titolo "Lettere dal centro del mondo. 1951-1988" a cura di Milly Curcio e Luigi Tassoni
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