23.3.17

Immaginata. Una poesia di Patrizia Cavalli (Todi, 1949)

Io guardo il cielo, il cielo che tu guardi
ma io non vedo quello che tu vedi.
Le stelle se ne stanno dove sono,
per me luci confuse senza nome,
per te costellazioni nominate
prima che il sonno scioglierà il tuo ordine.
Ah, sognami senza ordine e dimentica
i tanti nomi, fammi stella unica:
non voglio nome, ma stellarti gli occhi
esserti firmamento e vista chiusa
oltre le palpebre splendenti nel buio
tua meraviglia e mia, immaginata.

in "LA LETTURA/CORRIERE DELLA SERA", 19 marzo 2017


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