9.3.17

D.H. Lawrence e l'Italia. “Vivo felice nel sole, in esilio e in povertà” (Romano Giachetti)

NEW YORK
Nell'estate del 1919 D. H. Lawrence - malato, ridotto in miseria, deciso a lasciare per sempre l'Inghilterra, "paese di bigotti e puritani", e a tornare in Italia - lavorò a un romanzo ispirato alla sua "stagione più felice". Non riuscì a finirlo (a novembre partì, diretto a Firenze), lo riprese nel 1921 ma, poco convinto del suo valore letterario, lo abbandonò incompiuto. Quattro anni dopo la sua morte, nel 1934, la prima metà del romanzo fu pubblicata in A Modern Lover, volume che raccoglieva i suoi scritti sparsi e minori. La seconda parte era andata perduta. Ma sette anni fa i cinque taccuini della seconda parte ricomparvero a un'asta della Sotheby e furono acquistati da un libraio newyorkese per 17 mila dollari, il quale li rivendè per 40 mila alla University of Texas di Austin, che possiede il maggior archivio lawrenciano del mondo e che stava già preparando l'edizione completa delle opere di Lawrence.
Ora l'intero romanzo semi-inedito sta per essere pubblicato con il titolo Mr. Noon: a settembre nell'edizione inglese, a ottobre nell'edizione americana (Cambridge University Press, pagg. 412, dollari 24.95). "Il libro non accresce la fama dell'autore", ci dice Lindeth Vasey, che ha curato l'edizione americana, "ma è talmente autobiografico che chiunque si interessi alla vita di Lawrence dovrà leggerlo. Più volte sono stata tentata di annotare solo le parti che non si riferiscono ad avvenimenti reali. Tra l'altro la parte inedita è quella che solleva un altro velo sulla personalità dello scrittore. Lawrence, in Mr. Noon, si rivolge direttamente al lettore cosa per lui inconsueta. Inoltre, sul finire del libro arriva a dire che la donna come 'oggetto dell'amore' è l'unico mezzo con cui l'uomo stabilisce un rapporto col mondo".
Potrebbe sembrare sorprendente, pensando al Lawrence più maturo, ma non lo è. Mr. Noon descrive avvenimenti che accadono dal maggio al settembre 1912, il periodo in cui il protagonista conosce la donna che amerà, nella casa del cognato di lei, in Germania. Nella realtà, quello fu l'anno in cui Lawrence e Frieda von Richthofen, moglie del professore universitario Ernest Weekley, si conobbero a Nottingham, in Inghilterra, e furono travolti subito dalla passione. In meno di un mese la coppia "clandestina" prendeva il ferry a Dover e diceva addio "alla sicurezza e alla legalità". Diretti a Ostenda, avevano scelto l'esilio. Era, appunto, il maggio 1912: le tappe successive - nel libro come nella vita - sarebbero state la loro entusiasmante scoperta dell'Italia, che Lawrence definì subito "il più bel paese del mondo". Non può quindi stupire che Mr. Noon sia un canto all'amore e alla donna.
Lawrence aveva già deciso nell' inverno del 1911 di lasciare l'insegnamento e di "ricominciare daccapo in Italia, in un paese civile". Quando conobbe Frieda era un uomo a pezzi, aveva pubblicato The White Peacock senza successo, era appena guarito da una polmonite, ed era povero in canna, Frieda, donna fortemente sensuale e "esotica", lo abbagliò come già lo abbagliava l' idea del sole italiano. Il loro destino era segnato: Frieda abbandonò figli e marito e lo seguì. Dopo un lungo viaggio arrivarono a Metz. Lawrence (come scrisse in una lettera a un'amica, lettera che quindici anni dopo, a Scandicci, avrebbe riportata quasi parola per parola in L'amante di Lady Chatterley) si sentiva "euforico per la prima volta". I due amanti trascorsero un breve periodo nel Tirolo e, finalmente, in agosto, con due amici, attraversarono il Brennero e si avviarono alla loro "stagione più felice". A Gargnano, sul Lago di Garda, qualcuno li indirizzò a Pietro di Paoli, che aveva un appartamento da affittare. L'appartamento era nella Villa Igea ("tante stanze e tanto sole!"): fu la loro prima casa. Mr. Noon parla di questo periodo: è certamente dettato dalla nostalgia. "Vivo felice nel sole, in esilio e in povertà", scriveva agli amici a quel tempo. Lavava i pavimenti, grattuggiava il formaggio, combatteva gli scorpioni armato di una spazzola - assaporava la sua sensualità, "in notti più luminose del giorno".
Il romanzo inedito, dunque, inizia dove finisce Figli e amanti, dopo la morte della madre del protagonista, quando lui decide di andarsene da "Nottingham città del carbone" e ricominciare la vita a Londra. La differenza è che Lawrence scelse l'Italia. "Lawrence si dichiarò contrario a pubblicare Mr. Noon anche perché troppi personaggi corrispondevano a persone reali e riconoscibili", dice Lindeth Vasey. "Questo, naturalmente, oggi non ha più valore, e non si tratta, comunque, di nomi importanti: erano importanti solo nella vita di Lawrence. L'interesse maggiore è altrove. In Twilight in Italy aveva già dato il resoconto di quel primo viaggio in Italia, ma era, appunto, un viaggio: pagine dove si incontrano i soldati che la notte cantano nelle strade e infastidiscono Frieda, o che festeggiano i feriti di ritorno dal fronte tripolitano; oppure la signora Samuelli che va a trovarli e Lawrence, prima che arrivi, deve pulire l'argenteria e rifare il letto. Erano già cose ' intime' , ma Mr. Noon penetra anche meglio nella vera sostanza di quel periodo". Erano dunque i mesi di una serenità che non sarebbe tornata.
Lawrence cominciò allora a pensare alla traduzione dei "piccoli romanzi di un certo Giovanni Verga"; poco dopo avrebbe affrontato l' ultima versione di Figli e amanti. Nel gennaio 1913 avrebbe iniziato The Lost Girl, il primo dei suoi libri con personaggi italiani. Mr. Noon rappresenta quindi un ripensamento, una folata di vento caldo nei successivi anni neri. C'è il caso che contenga il meglio dell'anima nascosta del tragico Lawrence.


“la Repubblica”, 7 agosto 1984  

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