Dalla voce Alchimia dell'Enciclopedia Einaudi (vol. I, anno 1977), compilata da Mario Dal Pra, uno tra i maggiori storici della filosofia del Novecento, ho ripreso due brevi passi sui rapporti tra alchimia e religione e tra alchimia e scienza. (S.L.L.)
1. Alchimia e religione
L’alchimia ha non pochi elementi in comune con le varie esperienze mistiche. Essa mira, per esempio, non tanto ad una conoscenza intellettualmente controllata, quanto ad una comprensione unitaria e totale, che è insieme conoscenza e saggezza, intelletto e penetrazione intuitiva. Essa sviluppa una penetrazione speculativa delle connessioni misteriose dell’universo, favorita da elementi simbolici e da rappresentazioni allusive; interi scritti alchemici sono composti esclusivamente di figure allegoriche che sostituiscono interamente la parola; largamente utilizzati sono anche i racconti mitologici che vengono riempiti di significazioni ermetiche; fino alla vera e propria criptografia che si giova di letteratura e di cifre, di alfabeti speciali e della scrittura a rovescio.
Ma l’alchimia si stacca dalla mistica più propriamente rivolta all’esperienza della penetrazione intima della realtà di Dio; più che al conseguimento di una intima compenetrazione con gli aspetti trascendenti della realtà divina, essa mira al ristabilimento di una condizione originaria della natura umana, prima ancora che abbia inizio il suo rapporto con Dio; è la stessa realtà originaria e integra dell’uomo che deve essere riguadagnata e ricostituita; solo la vicenda di tale ricostituzione riguarda in modo diretto l’alchimia, la quale ha con la religione un duplice e a volte ambiguo rapporto; insomma, l’alchimia può sia prescindere dalla prospettiva religiosa lasciandosi integrare in essa, sia esprimersi in senso contrario ad essa; ed entrambe le posizioni sono possibili in quanto l’arte delinea un ambito operativo e teorico il quale non ha come primo ed essenziale il riferimento teologico, bensì quello cosmologico.
2. Alchimia e scienza moderna
Un punto nel quale l’alchimia sembra contrapporsi in modo più immediato allo spirito della scienza moderna è quello che concerne il carattere privilegiato e non comune della comprensione cui essa si richiama… L’alchimia comporta l’adozione di “una certa via” e di “una certa regola”; esse possono essere intese soltanto da coloro che sono “illuminati dalla sapienza”; a voler invece interpretare le parole “secondo il significato consueto delle parole” ci si sperderebbe “nelle vie di un labirinto senza più trovarne l’uscita”.
Certamente la scienza moderna si è venuta costituendo con procedimenti che, per molti rispetti, si contrappongono alle prospettive cosmologiche dell’alchimia; non si può, però, dimenticare che, alle sue origini, la scienza non ha rinunciato a vaste connessioni cosmologiche, e pertanto a una considerazione unitaria dell’universo; la scienza moderna delle origini non è infatti da confondere con gli svolgimenti strettamente tecnici ed operativi delle fasi successive, col processo di una specializzazione sempre più settoriale, infine con la perdita, spesso, della dimensione culturale unitaria del sapere scientifico.
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