15.5.11

Le serate "speciali" di Enrico Berlinguer (di Stefania Congia)

Enrico Berlinguer era il titolo di un volume miscellaneo che nella primavera del 1985, ad un anno dalla morte del leader comunista, le Edizioni de “l’Unità” pubblicarono con una doppia prefazione: di Sandro Pertini, presidente della Repubblica, e di Emanuele Macaluso, al tempo direttore de “l’Unità”.
Tra le testimonianze sul segretario del Pci ne ho trovato una particolarmente fresca, di una Stefania Congia, di Oristano, che al tempo doveva avere all’incirca vent’anni e non doveva essere comunista, giacché accuratamente evitava epiteti e notazioni compagnesche.
Ho cercato nella rete tracce di codesta Congia e mi sono convinto che oggi sia una dirigente del Ministero del Lavoro, molto stimata dalla destra al governo; e che si occupi di volontariato in collaborazione con Isabella Rauti, esponente della destra romana, figlia di Pino e moglie del sindaco Alemanno. Insomma, dal mio punto di vista, terribilmente settario, ha fatto una finaccia. E tuttavia quel ricordo di Berlinguer, scritto con qualche convenzionalismo nell’espressione ma con semplicità di cuore e schiettezza, mi pare lo stesso una cosa molto bella e mi fa sperare che la Congia, un giorno o l’altro, possa abbandonare certe cattive compagnie e ritrovare la retta via.
Intanto posto qui quella sua paginetta, ove si mostra come anche Berlinguer amasse le serate speciali con le ragazze. (S.L.L.)
Berlinguer in Sardegna a una festa popolare.
La notizia della sua scomparsa, così improvvisa e prematura, ricordo, ci colpì in modo particolare. Ci fu qualcosa di più dello sgomento che segue inesorabilmente la scomparsa degli uomini “grandi”, e qualcosa di più di un senso di solidarietà profonda, che senz’altro va all’uomo, prima che al politico. Ci fu un silenzio interminabile, che portava con sé un dolore di doppio valore, per la perdita contemporaneamente di un amico e di un uomo di lotta.
Questo dolore particolare trovava la sua ragione nell’incontro che noi, giovani di Oristano, avemmo con l’on. Enrico Berlinguer nel gennaio ’84. Era singolare il clima di distensione che animava il dibattito e l’articolarsi del confronto su quel tema così bruciante della pace ebbe proprio la peculiare nota di essere scevro da un qualsiasi tono di politicizzazione e da qualsiasi tentativo ostentatamente propagandistico.
Fu proprio la percezione di questo dato, molto significativo per noi ragazzi, in cerca forse di ideali veri e attuali piuttosto che di etichette con cui distinguerci, che ci spinse a proseguire l’incontro, una volta finito il dibattito, in un nuovo e ancor più disteso e “familiare” confronto, invitando Berlinguer in pizzeria. Gesto forse troppo poco protocollare e un po’ avventato, ma senz’altro schietto e disinteressato e in quanto tale prontamente accolto dall’onorevole Enrico.
Reazioni di protesta dei suoi collaboratori seguirono alla proposta inconsueta, ma ricordo ancora lo sguardo e il sorriso col quale lui, personalmente, ci rispose positivamente. Fu per noi una cosa speciale, durante la quale ci fu un ampio scambio di vedute sul valore della cultura, sul problema del confronto come mezzo dialettico di produzione costante di nuovi stimoli e incentivi, sul provincialismo, sull’occupazione giovanile.
Alla fine gli regalammo dei dolci e della vernaccia. Vi fu un arrivederci non di rito, ma di promessa, nel commiato. Ecco forse come si spiega quel nostro strano dolore e il nostro lungo silenzio.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

La dottoressa Congia e' la moglie dell'onorevole Quagliarello. Tornare sulla retta via? Ah ah ah.

Salvatore Lo Leggio ha detto...

Capisco l'anonima risata e ne sollecito un'altra, ricordando al cortese commentatore che in Italia c'è (ancora) il divorzio. Chissà, magari...

Anonimo ha detto...

A governo crollato, forse, ora improvvida scelta, no...?

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