«Anche la regina Margherita mangia il pollo con le dita». È questa la frase che divenne famosa dopo il viaggio della regina a Napoli nel 1889, dove lei, come una comune popolana, infrangendo l’etichetta prese un cosciotto di pollo con le mani. Si trattava in realtà di quella che oggi definiremmo una strategia di marketing, non degli allevatori di polli ma della regina che teneva molto alla propria immagine. Così sempre a Napoli, nello stesso viaggio, non mancò di ringraziare con entusiasmo il cuoco Raffaele Esposito della pizzeria Brandi che le aveva fatto assaggiare vari tipi di pizza, tra cui una condita con mozzarella e pomodoro e una fogliolina di basilico.
Commosso per le lodi ricevute, il pizzaiolo pensò bene di dedicarle quella pizza, che ancor oggi porta il nome della regina. Come più tardi la principessa Diana, Margherita di Savoia interpretava in pubblico il ruolo di moglie felice, ma il suo matrimonio con Umberto era andato in frantumi molto presto, perché lui non aveva mai smesso di amare la duchessa Litta Bolognini. Pur essendo di sentimenti profondamente reazionari (approvò gli eccidi di Bava Beccaris e fu favorevole all’ascesa del fascismo) Margherita riuscì a costruirsi un’immensa popolarità. Tanto che le dedicarono di tutto e di più: dei biscottini a Stresa (le «margheritine»), un panforte a Siena, un rifugio sul Monte Rosa, un paese in Puglia, un ospedale a Torino, delle grotte a Frosinone, dei giardini a Bologna, un lago in Etiopia. La regina Margherita, che pizza!
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