4.5.11

Vecchie glorie. Borghini, il complice della Moratti.

Gianpietro Borghini detto Giampiero
Un amico di rete, Franco Pinerolo, che di quando in quando mi rifornisce di nuove meneghine mi ha mandato una mail piena di dati sul malgoverno della destra a Milano. Si tratta di notizie in molti casi sconosciute ai più, segno che la grande stampa nazionale e le Tv sono piene di riguardi verso la Brichetto Moratti e verso Formigoni, gran capo di Comunione e Lottizzazione. Le ultime che ho ricevute riguardano, per ovvie ragioni elettorali, l’amministrazione comunale uscente e le sue grane giudiziarie, a cominciare da quelle del suo sindaco. Ve ne sono alcune che riguardano questioni che possono avere gravi ripercussioni sulla salute dei cittadini milanesi. Non escludo di tornarvi sopra, in un prossimo futuro; qui voglio soffermarmi solo sulla prima che ha per protagonista “donna Letizia”. Appena eletta licenziò senza giusto motivo una decina di dirigenti del Comune, affidando quasi contemporaneamente 54 incarichi a consulenti esterni, spesso senza requisiti. Per tale inusitato spoil-system Moratti è stata condannata il 24 marzo 2009 dalla Corte dei Conti a risarcire il Comune. Nella motivazione, la Corte parla di nomine politiche, che mortificano le professionalità interne, e di un ufficio stampa grande quanto un giornale. La sindachessa dovrà risarcire 236.000 e 125.000 euro al Comune, ma finora non è intervenuta in Consiglio Comunale a dare spiegazioni e a comunicare come risolverà la grana dei funzionari da reintegrare. La cosa che mi ha colpito di più non è la condanna pecuniaria (spiccioli per la petroliera), ma il nome del complice principale, il direttore generale Giampiero Borghini. Giampiero e Gianfranco Borghini erano ai miei tempi i “dioscuri” della Fgci occhettiana. Successivamente uno (Gianfranco) ne divenne segretario, mantre l'altro ne dirigeva il settimanale ("Nuova Generazione").  Poi, cresciuti, furono punta di lancio della destra Pci, l'uno in Lombardia, l'altro a Roma, e tennero ambo le chiavi del cuore di Napolitano, al tempo capo della corrente “migliorista” filocraxiana. Giampiero, che quando passò direttamente con Craxi fu per qualche mese sindaco di Milano, regge il sacco a donna Letizia e a Formigoni; di Gianfranco, che della Fgci fu addirittura segretario e del Pci deputato, so che fu al servizio del governo Berlusconi nella legislatura 2001-2006. Del dopo nulla so e nulla voglio sapere, ma sospetto una finaccia. Sic transit gloria mundi. 

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