10.5.11

Il calcio (di Vasco Pratolini)

E’ un vizio? Indubbiamente è un richiamo molto forte, irresistibile, ovunque mi trovi, quale che sia il valore delle squadre, il tempo, gli impegni che mi consiglierebbero di rinunciarci. Nelle mie domeniche salta la domenica, mai la partita. Ed onestamente parlando, oggi come oggi, non so cosa possa accadere di più importante nel resto del mondo, in quelle ore della domenica, di quanto non accada negli stadi, e che meriti di essere veduto, e vissuto.
E’ il gusto dello spettacolo, con tutti i suoi deliri anche, che un grande spettacolo comporta. poiché di un grande spettacolo si tratta, il più autentico della nostra epoca, lo spettacolo collettivo, “per tutti”, che il teatro moderno non ha saputo darci. O non abbastanza, o non ancora, decaduto il melodramma. E’ un’arte nuova, corale, moderna, coetanea del cinema, pensateci bene. Si chiama calcio, in Europa, e tra i popoli dell’America latina, è rugby o base-ball negli Stati Uniti (Ma rugby e base-ball, rispetto al calcio, che cosa sono, se non delle varianti in chiave di forma muscolare e di destrezza, a scapito dell’intelligenza e della fantasia?). Ora, il calciatore ha la salute dell’Apoxiòmenos  (“colui che si deterge”, celeberrima statua di Lisippo, n.d. r.), e la versatilità del poeta estemporaneo, che improvvisa sulla rima obbligata e nel giro di un’ottava. La squadra è una compagnia di undici attori, con una precisa distinzione dei ruoli, e di ciascuno di essi resterà solo il ricordo: è l’insegnamento che si tramanda, la “scuola” che si perfeziona o decade di generazione in generazione. E quello che essi recitano, non è uno spettacolo di gladiatori, non è circo, e non è sport soltanto, è il gioco di una diversa civiltà, una rappresentazione tutta scienza e tutta istinto, razionale e fantasiosa insieme, incruenta. E’ una nuova commedia dell’arte, appunto, con delle platee piene e con decine di migliaia di spettatori che sanno, e conoscono, e che si riconoscono. Per guitti e incolti che siano gli interpreti, il canovaccio è quello, i suggerimenti che si offrono agli spettatori sono quelli, idem l’emozione, l’entusiasmo, le ire…

Da Autori vari Giuochi e sports, Eri (Edizioni radio italiana), 1950.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Posso chiederle la collocazione del passo? numero, pagina etc.? Sto scrivendo una tesi su Pratolini e vorrei inserire questa citazione, dando precise indicazioni su dove reperirla. La ringrazio.

Salvatore Lo Leggio ha detto...

Aggiungo - secondo il suo desiderio - i dati mancanti nel post, anche se si tratta di una citazione di riporto. So che il libro "Giuochi e sports", pubblicato dalle edizioni della Rai nel 1950, conteneva testi di vari autori, tra cui uno sul ciclismo del poeta Alfonso Gatto.

statistiche